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Il silenzio assordante: la politica di fronte alla guerra a Gaza

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Il silenzio assordante: la politica di fronte alla guerra a Gaza

C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel silenzio che circonda la guerra a Gaza. Ogni giorno arrivano notizie di bombardamenti, morti, bambini sotto le macerie e ospedali distrutti. Ogni giorno vediamo immagini che dovrebbero scuotere il mondo. 

È invece? La politica resta quasi muta, come se tutto questo fosse inevitabile, lontano, oppure troppo complicato per essere affrontato davvero.
Ma cosa c’è di complicato nella morte di civili innocenti? Cosa c’è da giustificare quando interi quartieri vengono rasi al suolo e mancano di cibo, acqua, medicine? La politica internazionale fa grandi discorsi sulla pace e sui diritti umani, ma quando si tratta di Gaza spesso sceglie di guardare altrove. Si usano parole vaghe, si rimanda tutto a un “contesto”, si parla di “difesa” e di “equilibri”, ma intanto la gente continua a morire. Non prendere posizione in questi casi non è neutralità: è complicità. Non dire niente vuol dire accettare che accada ancora, ancora, e ancora.

Ci sono voci che si alzano, certo: cittadini, giornalisti, volontari epersone comuni che non riescono più a stare zitte. Ma chi ha davvero il potere di fermare tutto questo? I governi, le istituzioni internazionali. Ed è lì che il silenzio fa più male. È lì che manca il coraggio. Restare in silenzio davanti all’ingiustizia non è mai una scelta neutrale. È sempre una forma di abbandono. Oggi, più che mai, serve una politica che abbia il coraggio di guardare la verità, anche quando è scomoda. Perché il silenzio non salverà Gaza. Ma potrebbe condannare la nostra coscienza.

E noi, da che parte vogliamo stare?

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Esplosione al distributore. Morto uno dei feriti. Aveva il 55% delle ustioni sul corpo

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Esplosione al distributore. Morto uno dei feriti. Aveva il 55% delle ustioni sul corpo

E’ morto uno dei feriti nell’esplosione di un deposito di Gpl alla periferia di Roma il 4 luglio scorso.

La vittima, Claudio Ercoli, aveva ustioni diffuse sul 55% del corpo. Nel fascicolo di indagine della Procura di Roma ora potrebbe essere contestato il reato di omicidio colposo. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che dichiara

“Esprimo il mio profondo cordoglio e la vicinanza della Regione Lazio alla famiglia di Claudio Ercoli, il lavoratore tragicamente scomparso in seguito all’esplosione della pompa di GPL a Roma. La sua morte, avvenuta dopo giorni di lotta tra la vita e la morte, ci colpisce profondamente. Quanto accaduto è una tragedia che richiama l’urgenza di mantenere altissimi gli standard di sicurezza in ogni luogo di lavoro. Mi auguro che venga fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente”. Lo dichiara in una nota Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. “Alla famiglia, ai colleghi e a chi gli ha voluto bene va il nostro pensiero e il nostro abbraccio più sincero. Ci tengo anche a ringraziare tutti gli operatori sanitari che, in questi giorni, hanno assistito lui, così come gli altri feriti, con grande professionalità, tenacia e dedizione”.

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La onfessione di Samson sull’omicidio di Ilaria Sula: cosa sappiamo finora

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La onfessione di Samson sull’omicidio di Ilaria Sula: cosa sappiamo finora

Proseguono le indagini sull’omicidio di Ilaria Sula, giovane ragazza trovata senza vita nella sua abitazione nel quartiere Africano a Roma. Mark Samson, 23enne già arrestato, è attualmente sotto interrogatorio e ha fornito alcune dichiarazioni riguardo ai fatti. La madre è anch’essa coinvolta nelle indagini, in relazione al possibile supporto nelle operazioni successive al delitto.

Gli inquirenti stanno analizzando numerosi dispositivi elettronici sequestrati, tra cui telefoni e computer, che potrebbero contenere elementi utili per ricostruire la dinamica dell’accaduto. La Procura ha contestato alcune aggravanti e sta approfondendo le circostanze che hanno portato alla tragedia.

La vicenda ha suscitato grande attenzione, con molte domande ancora aperte. Le autorità hanno promesso di fare chiarezza quanto prima e di procedere con la massima trasparenza.

Il caso proseguirà nelle prossime settimane con ulteriori accertamenti e, eventualmente, con un processo che chiarirà tutti i dettagli della vicenda.

Questa storia scuote nel profondo, perché parla di una vita spezzata troppo presto e di un dolore che non si può ignorare. È un monito doloroso su quanto la gelosia, la rabbia e l’insicurezza possano trasformarsi in tragedia se non vengono riconosciute e affrontate in tempo. Dietro ogni nome c’è una persona con sogni, speranze e affetti, e perdere tutto questo così brutalmente lascia un vuoto enorme. Dobbiamo tutti chiederci come possiamo fare di più — come società, come amici, come famiglie — per intercettare quei segnali di disagio e intervenire prima che sia troppo tardi. Solo così potremo sperare di fermare altre tragedie come questa.

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