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Cronaca

Processo Regeni, Descalzi (Eni): “Abbiamo appreso della morte di Giulio solo dai giornali”

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Processo Regeni, Descalzi (Eni): “Abbiamo appreso della morte di Giulio solo dai giornali”

RivelazioniShockingSulCasoRegeni Scopri i segreti nascosti sull’omicidio di Giulio Regeni e il misterioso silenzio dell’Eni! #GiulioRegeni #EniMystery #VeritàSvelata

La scomparsa di Giulio Regeni e l’assenza di allarmi

Quando Giulio Regeni è scomparso la sera del 25 gennaio, nessuno ha pensato di informare i vertici dell’Eni. L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha rivelato in aula che l’azienda ha appreso del rapimento e della morte del ricercatore solo nei primi giorni di febbraio, scoprendolo casualmente dai giornali. Ma cosa nascondeva questo ritardo? Le indagini sul processo per la sua uccisione, ad opera di quattro agenti della National Security egiziana, continuano a interrogare tutti.

La testimonianza di Claudio Descalzi in aula

Descalzi, chiamato a testimoniare, ha insistito sul fatto che nessuno dall’apparato statale aveva contattato l’Eni per chiedere aiuto o informazioni. “Fino agli inizi di febbraio, non eravamo al corrente di nulla”, ha dichiarato, aggiungendo che nemmeno l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi sapeva della presenza di un dipendente Eni in Egitto. Una volta appresa la notizia, Descalzi ha affermato di aver sollecitato chiarezza due o tre volte, ricevendo però risposte che definisce “rassicuranti”. Chissà quali dettagli sono stati taciuti in quel momento?

Il ruolo dell’Eni in Egitto e le attività segrete

L’Eni è una presenza storica in Egitto, attiva da oltre 70 anni, e nel 2017 ha scoperto il giacimento di gas naturale Zohr, la più grande riserva del Mediterraneo. Nonostante i rapporti stretti con il governo di Abdel Fattah al-Sisi, Descalzi ha ricordato come, tra dicembre 2015 e gennaio 2016, le attività fossero state ridotte per motivi di sicurezza legati alla Primavera araba. Con 170 persone e le loro famiglie sul campo, l’azienda ha ripreso incontri tecnici con autorità egiziane. Ma è possibile che l’Eni non avesse accesso a informazioni cruciali su Regeni, o c’è di più da scoprire?

Le pressioni e le indagini non ufficiali

Dopo il ritrovamento del corpo di Regeni, Descalzi ha ammesso di aver incontrato le alte istituzioni egiziane per chiedere chiarimenti, definendolo un gesto spontaneo grazie al “credito” accumulato dall’Eni nel paese. Ha però negato di aver mai coinvolto dipendenti in indagini, per non metterli in pericolo. “Abbiamo appreso tutto solo dalla stampa e non avevamo altre fonti”, ha precisato, sottolineando che l’azienda non poteva avere informazioni superiori a quelle dei servizi segreti italiani. Un’affermazione che lascia spazio a mille domande: quali verità rimangono sepolte?

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