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Femminicidio e responsabilità: il vero problema non è l’età della vittima, ma la cultura che giustifica la violenza

Di fronte all’ennesimo femminicidio che coinvolge una giovanissima ragazza, Martina Carbonaro, 14 anni, brutalmente uccisa dall’ex fidanzato 19enne, la società intera dovrebbe fermarsi a riflettere sul perché queste tragedie si ripetano, e su cosa davvero alimenti questa spirale di violenza. Invece, ancora una volta, parte del dibattito si sposta su terreni sbagliati e pericolosi, come dimostrano le dichiarazioni del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Durante un evento pubblico, De Luca ha espresso perplessità sul fatto che Martina fosse fidanzata da quando aveva 12 anni, definendolo «un problema», e ha poi invitato a «un po’ di prudenza» da parte delle ragazze, perché «nel mondo ci sono anche persone con disturbi». Parole che, pur nella loro apparente razionalità paternalistica, finiscono per spostare l’attenzione dalla responsabilità dell’aggressore al comportamento, o meglio alla libertà, della vittima.
Ciò che è davvero “un problema” non è il fatto che una dodicenne abbia un fidanzato (un fenomeno che, per quanto possa sollevare legittime domande educative o genitoriali, non può mai essere la causa né la giustificazione di un omicidio). Il problema è che un ragazzo di 19 anni ritenga accettabile usare la violenza per “punire” una ragazza che ha deciso di lasciarlo. Il problema è che questa violenza venga ancora oggi spiegata, e in alcuni casi implicitamente giustificata, con argomenti che mettono in discussione le scelte, l’abbigliamento, le relazioni o l’età delle vittime.
Le parole di De Luca rientrano in un copione noto: quello della responsabilizzazione implicita della donna. È una narrazione pericolosa perché normalizza l’idea che le ragazze debbano “stare attente”, “essere prudenti”, “non provocare”, mentre agli uomini, anche quando sono violenti, instabili o possessivi, si continua a concedere una sorta di alibi culturale, psicologico o sociale. Un rappresentante delle istituzioni, per quanto animato da preoccupazioni educative o morali, non può alimentare un discorso che rischia di suonare come “se l’è cercata”. Dire a una ragazza di essere più prudente perché “ci sono uomini disturbati” non è protezione: è una resa alla violenza.
L’educazione al rispetto, all’affettività, alla gestione dei conflitti, deve essere rivolta innanzitutto ai ragazzi, agli uomini. Il problema strutturale è il maschilismo che trasforma l’amore in possesso, il rifiuto in sfida, e la libertà femminile in colpa.
Serve un impegno radicale per cambiare il modo in cui le nuove generazioni comprendono i rapporti, le emozioni, i limiti. Serve una presa di posizione netta contro ogni tentativo di deresponsabilizzazione degli aggressori. Perché finché continueremo a discutere della condotta della vittima più che della brutalità dell’assassino, continueremo a vivere in una società che non protegge davvero le sue donne.
E questo, davvero, è il problema.
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Roma e dintorni
Roma, Bonaccorsi (Mun. I): “Centri formazione digitali impegno per comunità inclusiva e preparata”

(Adnkronos) – Il Municipio I di Roma Capitale ha annunciato l’attivazione dei Centri di Facilitazione Digitale (Cfd) sul proprio territorio. Questi centri, nati dalla collaborazione tra la Fondazione Mondo Digitale, Roma Capitale e parte del progetto “Rete dei Servizi di Facilitazione Digitale” finanziato dal Pnrr tramite la Regione Lazio, sono progettati per offrire supporto e formazione gratuiti a tutti i cittadini di età compresa tra i 18 e i 74 anni, con l’obiettivo primario di potenziare le loro competenze digitali. I Cfd rappresentano risorse vitali per la comunità, fornendo assistenza pratica per l’attivazione di servizi essenziali come lo Spid, l’utilizzo semplificato del portale “Salute Lazio” e l’esecuzione di pagamenti online in sicurezza. Oltre al supporto diretto in presenza, i cittadini potranno avvalersi di facilitatori digitali anche online e partecipare a percorsi formativi dedicati a temi cruciali come l’intelligenza artificiale e la sicurezza informatica.
“Siamo entusiasti di ospitare i Centri di Facilitazione Digitale nel nostro municipio – afferma la presidente Lorenza Bonaccorsi – questi spazi sono fondamentali per ridurre il divario digitale e garantire che tutti i cittadini abbiano le competenze necessarie per accedere ai servizi online e partecipare pienamente alla vita digitale. Un’iniziativa nata anche grazie alla collaborazione con il Consiglio Municipale, che rafforza il nostro impegno verso una comunità più inclusiva e tecnologicamente preparata”.
Le sedi principali dei Cfd sono presso il Cpia 3 (il centro per l’istruzione degli adulti) in Corso Vittorio Emanuele 217 e l’Itis G. Galilei in via Conte Verde 51, con accesso previa prenotazione. Tuttavia, grazie alla collaborazione attivata dal Municipio I, le attività si svolgono anche presso l’Ufficio Anagrafe Via Petroselli 50, il martedì dalle 9 alle 14; e presso Circonvallazione Trionfale 19, il giovedì dalle 9 alle 14. Nei giorni e negli orari indicati, l’accesso al servizio presso le strutture del Municipio I, è libero, senza necessità di prenotazione. Per maggiori dettagli sui Centri di Facilitazione Digitale e sulle attività della Fondazione Mondo Digitale, si invita a visitare il sito Fondazione Mondo Digitale https://www.mondodigitale.org/progetti/centri-di-facilitazione-digitale o a chiamare il +39 375 652 0280 dalle ore 11 alle ore 13, dal lunedì al venerdì.
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