Cronaca
Manifesti di Militia Christi al Roma Pride: una kermesse sguaiata

RomaPrideScontro: Hai mai visto una protesta così accesa? Attivisti affiggono manifesti contro la parata LGBT per smascherare ciò che definiscono un attacco alla famiglia e alla fede!
La Controversa Protesta a Roma
Attivisti di Militia Christi e La Rete dei Patrioti nel Lazio hanno preso d’assalto il percorso del Roma Pride con manifesti che contestano l’evento odierno. Lo descrivono come l’ennesima “kermesse sguaiata” promossa dalla lobby LGBT, accusandola di aggredire la famiglia naturale, le coscienze dei giovani e la fede cattolica. Con un tono che fa discutere, sostengono che questi aspetti stiano venendo stravolti in modo radicale.
Le Accuse Che Fanno Scaldare Gli Spiriti
I promotori della protesta non si fermano alle parole: affermano che il Pride lederebbe la dignità delle persone, incluse quelle omosessuali, alterando i criteri naturali e oggettivi dell’identità sessuale e dell’amore umano. È un’accusa che sta già generando polemiche, con dettagli che potrebbero sorprendere e dividere l’opinione pubblica.Il Richiamo Alle Parole di San Giovanni Paolo II
A rendere il tutto ancora più intrigante, i manifesti citano le parole di San Giovanni Paolo II, giudicate perfette per commentare un’iniziativa descritta come “particolarmente provocatoria e offensiva”. Con il Giubileo in corso e il passaggio della parata vicino a una delle basiliche patriarcali più importanti, la protesta assume un sapore di sfida che non puoi ignorare.
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L’infanzia tra legno e giardini storici
Ferdinando Codognotto, l’anziano maestro scultore che ha catturato l’immaginazione del mondo, ha affinato la sua arte fin da ragazzino al fianco di restauratori veneti, trasformando semplici pezzi di legno in opere d’arte viventi. Cresciuto immerso nei giardini storici creati dal padre, Codognotto ha sempre visto la natura come un mondo da proteggere, scolpendo formiche e insetti giganti per ricordare a tutti noi che anche le creature più piccole meritano rispetto. Già mezzo secolo fa, intuiva i conflitti tra tecnologia e ambiente, rendendo la sua arte un grido silenzioso per l’equilibrio ecologico.
Opere che hanno conquistato il mondo
Immagina un artista le cui creazioni finiscono nelle mani di icone come Renato Guttuso, che gli sussurrava consigli sui colori, o addirittura tra le braccia di Madre Teresa di Calcutta, che strinse una scultura esclamando: “Porterò i miei poveri dentro questa arca”. Codognotto ha regalato pezzi unici a Pontefici come Giovanni Paolo II e Papa Francesco, a politici e presidenti, e persino a star di Hollywood come Elizabeth Taylor e Richard Burton, con sculture ispirate ai loro segni zodiacali. Tra le sue opere più sbalorditive, una Cometa di Halley lunga cinque metri e un aereo donato al presidente Sergio Mattarella – creazioni che nascondono storie segrete e commoventi.La lotta per salvare la bottega storica
E ora, il colpo di scena: a 85 anni, questo genio dell’arte rischia di perdere la sua iconica bottega a due passi da piazza Navona, un vero santuario profumato di cirmolo e segatura. Con la petizione in corso – sia online che su un tavolino in strada – Codognotto sfida l’afa per sensibilizzare romani e turisti, dichiarando: “Mi piace il contatto con la gente, l’arte va condivisa”. Il sindaco Roberto Gualtieri è in prima linea, valutando ogni mossa per impedire che questa gemma del centro storico scompaia, sperando che la società immobiliare ripensi alla sua decisione brutale. In questa bottega, piena di foto di celebrità e dialoghi con il pubblico, Codognotto ha forgiato non solo legno, ma un’intera vita dedicata all’arte e agli incontri inaspettati.
Cronaca
Morta dopo liposuzione, ricercata quarta persona coinvolta: aveva preso i soldi da Ana Alcivar Chenche

MisteroInSaladOperatoria: Scopri i segreti di un’operazione fatale e le ombre che avvolgono lo studio del chirurgo! #TragediaChirurgica #EnigmaMedico
La Morte Sconcertante di Ana Sergia
Ana Sergia Alcivar Chenche, una donna di 46 anni originaria dell’Ecuador, è morta dopo un intervento di liposuzione in uno studio medico avvolto nel mistero. I familiari raccontano di una collaboratrice anonima a cui Ana aveva affidato i soldi, e di un ritardo nell’arrivo dell’ambulanza privata che l’ha trasportata all’ospedale Umberto I. Cosa è successo in quella clinica improvvisata a via Francesco Roncati 6? Le indagini rivelano che oltre al chirurgo José Lizárraga Picciotti, all’anestesista e all’infermiera, altre figure potrebbero aver giocato un ruolo fatale.
Il Buco di Cinque Ore e le Domande Senza Risposte
Tra l’ingresso in sala operatoria, segnalato da un SMS alle 17:13, e l’arrivo in ospedale alle 22:10, ci sono cinque ore avvolte nel silenzio. Ana aveva pagato 4.300 euro per l’intervento, ma potrebbe essere stata stroncata da un’embolia polmonare o da una complicazione cardiaca. Quel giorno, un’altra paziente proveniente da Genova si era sottoposta a un’operazione simile nello stesso studio, con esito positivo. Gli investigatori stanno cercando di interrogare questa donna per ricostruire cosa è cambiato tra i due interventi e quali condizioni regnassero nell’ambulatorio, la cui ultima autorizzazione risale al 2007.
Le Figure Chiave e le Accuse Nascoste
Al centro delle indagini c’è il chirurgo José Lizárraga Picciotti, che operava in una struttura non autorizzata ricavata in un appartamento. La sua ex moglie e collaboratrice, Irina Cordova, sostiene che lo studio avesse tutte le autorizzazioni necessarie e accusa altri di essere i veri responsabili. Ma l’attenzione si sposta anche su Olivia Buldrini, una falsa dottoressa che dirigeva un ambulatorio clandestino e indirizzava pazienti verso Lizárraga, offrendo interventi a prezzi stracciati sui social. Gli smartphone sequestrati agli indagati potrebbero svelare nuovi dettagli su questa rete di affari e responsabilità.
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