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Perché i genitori moderni faticano ad aiutare i figli a gestire il fallimento?

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Perché i genitori moderni faticano ad aiutare i figli a gestire il fallimento?

ScopriPerchéIGenitoriAttaccanoGliInsegnanti #AdultescentiInAzione I genitori stanno facendo ricorso contro le pagelle negative dei figli, un fenomeno in crescita che rivela una crisi educativa nascosta – e tu non crederai a cosa sta succedendo davvero!

Il Fenomeno Che Sta Infuriando le Scuole

In un mondo dove gli adulti sembrano più immaturi che mai, i ricorsi contro le pagelle negative stanno esplodendo. Secondo Narciso Mostarda, neuropsichiatra infantile e autore del libro “La società adolescente”, questo accade perché il tradizionale patto educativo tra generazioni è crollato. I genitori di oggi, che erano adolescenti 30-40 anni fa, non hanno mai davvero “cresciuto”, diventando ciò che Mostarda chiama “adultescenti”. Invece di guidare i figli, finiscono per scaricargli addosso le colpe delle proprie insicurezze, lasciando i ragazzi più soli che mai.

Cosa Succede Davvero Dietro le Pagelle Negative?

Il problema non sono gli adolescenti, ma gli adulti che falliscono nel loro ruolo. Mostarda spiega che i genitori moderni spesso agiscono come difensori accaniti dei propri figli di fronte a un voto basso, trasformandosi in veri e propri “sindacalisti”. Ma è un grave errore: i giovani devono imparare a gestire i fallimenti per crescere. Se i genitori intervengono in modo aggressivo, rischiano di alimentare comportamenti violenti e di rubare ai figli l’opportunità di sviluppare resilienza con l’aiuto di insegnanti e altre figure.

Gli Adolescenti Sono le Vere Vittime di Questa Tendenza?

Proprio così, i ragazzi di oggi sono una “generazione S” – smartphone, social, sexting e solitudine – intrappolati in un ciclo di insicurezza. Mostarda avverte che, senza il sostegno adeguato, cresceranno una nuova ondata di adultescenti. I genitori devono smettere di puntare il dito contro gli insegnanti e iniziare a collaborare, altrimenti questa insicurezza diventerà permanente, con conseguenze che potrebbero sconvolgere il futuro.

Come Invertire Questa Tendenza Pericolosa?

Per risolvere il caos, Mostarda suggerisce di trasformare le scuole in spazi di dialogo aperto tra docenti, studenti e famiglie. I genitori devono riconoscere l’autorità educativa degli insegnanti, proprio come accade in altri contesti come gli ospedali. È qui che inizia il cambiamento: ricostruire quel patto interrotto potrebbe salvare una generazione dal disastro.

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Accuse di corruzione negli appalti: cosa nasconde l’inchiesta?

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Accuse di corruzione negli appalti: cosa nasconde l’inchiesta?

ScandaloAsfaltoRoma: Il re dell’asfalto scarcerato in un colpo di scena che fa tremare la capitale! #CorruzioneAppalti #MirkoPellegrini

Immaginate un impero costruito su strade dissestate e segreti nascosti: Mirko Pellegrini, noto come il “re dell’asfalto” romano, e i suoi presunti complici sono stati rilasciati dal Tribunale del Riesame dopo un arresto lampo. Ma cosa ha davvero scatenato questa svolta inaspettata, lasciando tutti a chiedersi se la giustizia sia stata troppo rapida?

L’ACCUSA

Le indagini svelano un sistema di corruzione che ha trasformato le strade di Roma in un vero e proprio campo minato. Secondo i pm Giuseppe Cascini e Lorenzo Del Giudice, Pellegrini e la sua rete di società – spesso intestate a prestanome – avrebbero manipolato appalti milionari con materiali di bassa qualità e spessori ridotti rispetto a quanto previsto. I controlli? Un’illusione: carotaggi eseguiti solo in zone “sicure”, grazie alla complicità di tecnici comunali, dirigenti di Astral e persino agenti della Stradale. In cambio, tangenti sotto forma di orologi, cene lussuose, favori e soldi contanti. Non solo Pellegrini, ma anche il fratello Simone, e i suoi collaboratori Flavio Verdone, Roberto Filipponi e Alessandro Di Pietrantonio, finiscono nel mirino. Le accuse spaziano dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta, frode nelle forniture pubbliche, corruzione e persino bancarotta fraudolenta.

LA SCARCERAZIONE

E ora il colpo di scena che intriga tutti: il Tribunale del Riesame ha ordinato la liberazione di Pellegrini e dei suoi sodali, citando il “mancato espletamento dell’interrogatorio preventivo”. Ma è davvero così semplice? Gli avvocati della difesa, tra cui Pierpaolo Dell’Anno e Cesare Gai, hanno puntato il dito contro l’accusa, sostenendo che il pericolo di inquinamento probatorio non era sufficientemente provato. Mentre aspettiamo le motivazioni ufficiali, questa decisione solleva dubbi su come un caso così esplosivo possa capovolgersi in un battito di ciglia – chissà quali altri segreti emergeranno?

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Gli sponsor del Pride creano divisioni tra gli attivisti per il sostegno a Israele.

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Gli sponsor del Pride creano divisioni tra gli attivisti per il sostegno a Israele.

Pride2025 in fiamme: sponsor controversi scatenano una tempesta di polemiche e una contromanifestazione! #LGBTQRights #BoycottStarbucks

La polemica sui social e gli sponsor incriminati

Il Pride 2025 a Roma è partito con una bufera di critiche sui social, dove gli utenti hanno puntato il dito contro alcuni sponsor come Starbucks, accusata di legami economici con Israele. Questa catena di caffetterie è finita nella lista nera dell’app ProPal “No thanks”, che aiuta a identificare aziende etiche. La notizia ha fatto rapidamente il giro del web, trasformando l’evento in un vero e proprio campo di battaglia digitale.

L’intervento del content creator Willwoosh

Ma cosa ha acceso ancora di più la miccia? Entra in scena Guglielmo Scilla, noto come Willwoosh con quasi 800mila follower, che ha pubblicato un video denunciando la presenza di Starbucks tra gli sponsor ufficiali. “A meno di 48 ore dal Pride, è emersa questa sponsorizzazione”, ha rivelato nel filmato, lasciando i fan a chiedersi come un evento per i diritti LGBTQIA+ possa accettare partner così discussi. Starbucks ha ribadito di non supportare finanziariamente Israele, ma le accuse continuano a circolare.

Le incoerenze e le reazioni degli organizzatori

Non mancano le accuse di doppiopesimi: il manifesto del Pride condanna con forza la situazione a Gaza, eppure gli organizzatori hanno disattivato i commenti sotto al post dello sponsor, un gesto visto come “antidemocratico”. Arcigay ha espresso il suo disappunto in un video, dichiarando: “Non possiamo ignorare l’oppressione in Palestina mentre accettiamo sponsor come Starbucks, Disney e P&G”. Questa mossa ha alimentato la curiosità su quanto il Pride sia davvero coerente con i suoi valori.

La difesa degli organizzatori e il fronte delle critiche

Mario Colamarino, presidente del circolo Mario Mieli e membro del Comitato Roma Pride, ha risposto alle accuse con stupore: “Mi ha sorpreso la polemica da parte di influencer che hanno collaborato con sponsor simili in passato”. Ha insistito che questi partner hanno garantito l’assenza di legami controversi e che il Pride ha costi enormi da coprire. Eppure, queste parole non hanno placato le critiche, lasciando spazio a nuove domande su etica e finanziamenti.

La contromanifestazione Priot Pride

E se il Pride ufficiale non convince? Ecco che spunta un’alternativa: oggi alle 16, da piazzale Ostiense, partirà il Priot Pride, una marcia che arriverà a parco Schuster. Gli organizzatori hanno dichiarato di voler sfuggire alla “macchina capitalista” del Roma Pride, preferendo un approccio più politico e radicato nei quartieri. Chissà se questa scissione attirerà più folla o risolverà la controversia? 😏

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