Roma e dintorni
Vidi Emanuela salrci due volte

Torna il giallo dell’auto nera nel caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Oggi, giovedì 12 giugno, in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa della ragazza e di Mirella Gregori, a parlarne è stata Daniela Gentile, ex allieva della scuola di musica ‘Tommaso Ludovico da Victoria’ allora frequentata anche dalla cittadina vaticana svanita nel nulla nel 1983.
In due diverse occasioni, ha affermato Gentile, vidi Emanuela dopo l’uscita dalla scuola di musica salire su un’auto “nera, di grossa cilindrata, con i vetri oscurati”. “Rimasi colpita”, ha continuato aggiungendo che si trattava di una macchina “un po’ inusuale”.
“Emanuela Orlandi era un po’ più piccola di me – ha ricordato -. Ho frequentato per tre anni questa scuola di musica e con Emanuela facevamo insieme il corso di canto corale: la incontravo nelle pause della ricreazione o quando facevamo i saggi e c’erano le prove di canto corale insieme”. Gentile ha ricordato il particolare che “due volte” vide Emanuela salire su una macchina scura “a poche decine di metri dalla scuola”. Gentile ha ricostruito che, in una delle due circostanze, si trovava alla fermata dell’autobus 70 ed era un po’ “stanca” e in difficoltà ed Emanuela la vide: “Mi disse: ‘Se vuoi ti do un passaggio, sto aspettando che mi vengano a prendere”.
Tuttavia Gentile ricorda che all’epoca la madre le diceva di essere molto attenta quindi preferì non accettare la proposta: “L’ho ringraziata perché era stata gentile, ha visto che ero in difficoltà, le dissi di no ma per non offenderla le dissi che avevo un altro impegno”. Nel corso dell’audizione, ricordando l’auto, Gentile ha raccontato: “Ho avuto una brutta sensazione. Lei (Emanuela ndr) l’ha presa, mi ha detto se ero sicura (di non volere un passaggio ndr) e io le dissi che avevo un altro impegno”.
Nel corso dell’audizione ha poi ricostruito, rispondendo ai commissari, un altro episodio, “precedente” a questo, in cui vide Emanuela e l’auto: “Uscivo dalla scuola, lei stava a distanza di 150-200 metri” e ho visto “che la macchina si è accostata, ha parlato un attimo ed è salita in macchina”. Nel proseguo dell’audizione, interpellata dai commissari, ha affermato di ricordare di aver visto, in quella occasione, Emanuela parlare con una “persona scesa e poi rimontata in auto” prima di andar via: “Era in piedi, giovane, moro e alto, capelli corti un po’ ondulati, un ragazzo atletico, vestito casual”. Interpellata dai commissari Gentile ha specificato che si trattò di due “episodi abbastanza vicini” e pur non ricordando il giorno esatto, ha aggiunto che sono avvenuti “verso la fine della scuola”, faceva già caldo, forse a “maggio”, prima di dover lasciare con un mesetto di anticipo le lezioni della scuola di musica per sottoporsi a un intervento a Firenze.
Fu proprio qualche giorno dopo l’intervento, quando era ancora a letto convalescente, che seppe della scomparsa di Emanuela: “Fui operata a Firenze, ero stata operata da pochi giorni e stavo guardando Candy Candy” ma “a un certo punto hanno interrotto le trasmissioni e lo speaker del telegiornale ha fatto il nome di Emanuela Orlandi; mi si è accesa la lampadina e mi è preso un colpo: mi sono gelata e mi sono chiesta ma è possibile?”. “Dopo ho ricollegato e ancora adesso ci penso… meno male che non ho preso quella macchina, magari non succedeva niente però che ne so… con il senno di poi…”.
A prescindere da questi due episodi “incontravo Emanuela alla fine delle lezioni, ricordo che andava a piedi, non so se prendeva l’autobus”. Alle domande dei commissari se avesse mai parlato con qualcuno del particolare dell’auto, l’ex allieva della scuola di musica ha affermato che “se qualcuno all’epoca dei fatti mi avesse convocato non c’era problema” a dirlo. “All’epoca dei fatti nessuno mi ha chiesto niente”, ha osservato Gentile secondo la quale solo suor Dolores (direttrice della scuola di musica ndr), in maniera informale, le fece qualche domanda a cui rispose “che non avevo informazioni, non avevo rapporti stretti con Emanuela”.
Nel corso dell’audizione a specifica domanda Gentile ha risposto di non aver mai chiesto a Emanuela chi la venisse a prendere con l’auto, di non poter escludere neppure che fosse il padre: “Non so chi fosse a portare la macchina, mi è sembrato strano ma non so se era usuale essendo lei cittadina vaticana; ho pensato che forse era una persona preposta, un’autista”. Essendo l’unica persona a sostenere di aver visto Emanuela e l’auto e dopo alcune contraddizioni emerse nel corso dell’audizione, ad esempio sulla direzione in cui la vettura ripartì, alcune domande dei commissari hanno puntato a capire se Gentile fosse sicura del suo racconto. L’ex allieva ha assicurato di aver detto “quello che mi ricordo”. In chiusura di audizione il presidente della Commissione, senatore Andrea De Priamo, ha osservato: “La vicenda che ci ha raccontato rispetto a quando apprese di Emanuela Orlandi purtroppo ha degli elementi che sono difficilmente veritieri: non risulta l’edizione straordinaria per dare la notizia di Emanuela Orlandi, non risulta il programma ‘Candy Candy’ trasmesso sulla Rai e all’epoca non c’erano altri Tg – ha sottolineato – Prendiamo atto di quello che dice”.
Roma e dintorni
Carceri, lettera aperta di Alemanno a Nordio su caso detenuto 87enne: ‘no ‘nonnetti’ in cella’

Il caso di Antonio Russo che, a 87 anni, sta scontando in carcere una condanna è al centro di una lettera aperta che l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e Fabio Falbo, entrambi detenuti a Rebibbia, hanno scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Marina Finiti. “Ci rivolgiamo a voi per raccontare un caso esemplare di una realtà che grida giustizia e che interroga profondamente la nostra coscienza civile e costituzionale – scrivono Alemanno e Falbo – quella delle persone detenute ultrasettantenni, i cosiddetti ‘nonnetti’ rinchiusi nelle carceri italiane, come nel nostro reparto G8 Rebibbia, dove ci sono cinque detenuti oltre o prossimi agli ottant’anni”. Alemanno e Falbo ripercorrono la storia di Antonio Russo, “in carcere dal 2022 per una condanna definitiva a 12 anni di reclusione per un omicidio commesso nell’anno 2018”.
E sostengono che “nel corso dei tre anni di detenzione fino a ora sopportati le condizioni di salute di Antonio Russo sono nettamente peggiorate” ma sottolineano che è stata rigettata la richiesta dei domiciliari perché secondo il Tribunale di sorveglianza di Roma “nella relazione sanitaria del 14 aprile 2025 della Asl Roma 2” si dà atto che gli sono “garantite in carcere le cure di cui necessita” e per questo motivo “oltre che per una ‘pericolosità sociale che non deve comunque essere sottovalutata’” viene rigettata la richiesta. Questo, osservano l’ex sindaco e l’altro detenuto, “nonostante la Corte Costituzionale con sentenza 56/2021 abbia stabilito che i condannati che hanno più di 70 anni possono beneficiare della detenzione domiciliare”. “Quale funzione rieducativa può avere la pena per chi ha 90 anni? – chiedono Alemanno e Falbo – Quale pericolosità sociale può rappresentare un uomo che fatica a camminare, che ha bisogno di assistenza per le proprie cure quotidiane?”.
“La nostra Costituzione, all’articolo 27, afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato – sottolineano Alemanno e Falbo nella lettera a Nordio e Finiti – Ma come può esserci rieducazione quando la pena diventa solo afflizione per una persona al termine della sua vita? Quando il carcere si trasforma in un luogo di sofferenza fisica e psicologica, incapace di garantire cure adeguate, assistenza, umanità? È giusto ignorare che l’età avanzata, da sola, costituisce una condizione di fragilità e vulnerabilità? Il legislatore ha già riconosciuto, in via teorica, la presunzione relativa di incompatibilità tra carcere e età avanzata, prevedendo misure alternative per gli ultrasettantenni”. “Ma nella pratica, tutto è affidato alla discrezionalità del giudice, generando disparità e ingiustizie – concludono – Non si tratta di negare la giustizia, ma di renderla umana, proporzionata, costituzionale. Facciamo appello a voi, ministro ed presidente, perché nessun altro ‘nonnetto’, a cominciare da Antonio Russo, debba morire solo, malato e dimenticato in una cella. Perché la Costituzione non resti lettera morta, ma viva nei volti e nelle storie di chi oggi chiede solo un po’ di umanità”.
Roma e dintorni
Melanoma e tumori della pelle, dermatologi Idi in campo per screening gratuiti

Giovedì 19 giugno a Roma, dalle 9 alle 13 a Villa Pamphili presso il Centro sociale ‘Bel Respiro’, Apaim – Associazione pazienti Italia con melanoma, in collaborazione con l’Idi Irccs Istituto dermopatico dell’Immacolata e con il patrocinio del Comune di Roma – XII Municipio, darà vita alla Giornata di prevenzione e informazione sul melanoma e tumori cutanei 2025. Grazie alla collaborazione dell’Idi, gli specialisti scenderanno in campo per offrire uno screening della pelle a tutti coloro che si prenoteranno. Sarà possibile sottoporsi a una visita dermatologica gratuita, con il controllo di manifestazioni cutanee come nei e macchie solari. Allo screening si accede chiamando il numero di telefono 339.3519071. Le prenotazioni apriranno alle 10 del 13 giugno e proseguiranno fino al raggiungimento della disponibilità massima.
“Abbiamo stimato che durante l’evento verranno effettuati circa 150 screening della pelle”, spiega Monica Forchetta, presidente Apaim. “Per coloro che non riusciranno a prenotarsi – sottolinea – l’invito è comunque a partecipare all’evento, in quanto in caso di rinuncia è possibile riassegnare lo slot precedentemente prenotato. E’ importante partecipare comunque, in quanto i nostri specialisti daranno consigli utili per una corretta esposizione al sole”. Quest’anno a sostenere l’iniziativa saranno presenti i dermatologi Idi. “L’Idi Irccs – afferma il consigliere delegato dell’Idi Alessandro Zurzolo – è da sempre impegnato nella promozione della cultura della prevenzione e della diagnosi precoce delle patologie cutanee. Partecipiamo pertanto con piacere a questa Giornata di prevenzione e informazione sul melanoma e i tumori cutanei. Ringrazio l’associazione Apaim per aver voluto questa iniziativa e il Municipio XII per il patrocinio concesso. La collaborazione tra enti, istituzioni e professionisti sanitari è fondamentale per costruire una rete efficace di tutela della salute pubblica. Ci auguriamo che l’iniziativa possa contribuire ad accrescere la consapevolezza sull’importanza della prevenzione dermatologica e che siano in molti a cogliere questa opportunità gratuita di screening offerta dai nostri specialisti”.
Le istituzioni paludono alla giornata di prevenzione. “Siamo sempre molto contenti di patrocinare simili iniziative in quanto rispondenti alle nostre politiche sociali e di attenzione ai bisogni dei cittadini, in un’ottica di erogazione di servizi sempre più efficaci. La prevenzione rientra tra gli strumenti più concreti di salvaguardia della salute pubblica. Sosteniamo con forza l’evento e ci auguriamo che la cittadinanza partecipi numerosa”, dichiara il presidente del Municipio XII, Elio Tomassetti. “Come presidente della Commissione Politiche sociali e della Salute del Municipio XII – aggiunge Alessandro Alongi – considero fondamentali le iniziative di prevenzione e informazione rivolte alla cittadinanza, soprattutto quando si parla di patologie gravi, ma evitabili come il melanoma. L’accesso gratuito agli screening dermatologici rappresenta un esempio concreto di sanità di prossimità, che porta la salute tra le persone, nei luoghi della quotidianità. Ringrazio l’associazione Apaim e l’Istituto Idi per il loro impegno e auspico una grande partecipazione da parte dei cittadini”.
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