Cronaca
Vietato lavorare al sole dalle 12.30 alle 16: l’ordinanza regionale per tutelare i lavoratori sensibili

CaldoEstremoAllarme: Scopri come la Regione Lazio sta rivoluzionando le regole del lavoro all’aperto per combattere l’ondata di calore che minaccia la salute di migliaia di lavoratori! #SicurezzaSulLavoro #CambiamenClimatico
Il divieto che cambia l’estate
Nessun lavoro sotto il sole cocente nelle ore più rischiose: la Regione Lazio ha introdotto un’ordinanza firmata dal presidente Francesco Rocca che vieta le attività lavorative all’aperto tra le 12:30 e le 16, almeno fino alla fine di agosto. Immagina di poter evitare il peggio di un’ondata di calore – questa misura scatta solo nei giorni in cui il livello di rischio, segnalato dalla piattaforma Worklimate, raggiunge il livello “Alto”. Un provvedimento che potrebbe salvarti da un’estate da incubo!
Quali settori sono nel mirino
Pensa a tutti quei lavoratori esposti al sole senza pietà: l’ordinanza colpisce direttamente il settore agricolo, i cantieri edili, le cave e il comparto florovivaistico. Ma attenzione, non è per tutti i giorni – solo quelli indicati dalla mappa interattiva su worklimate.it. Valida in tutto il Lazio fino al 31 agosto 2025, questa regola mira a proteggere chi è in prima linea, anche se esclude interventi urgenti di pubblica utilità, purché vengano adottate misure di sicurezza per ridurre i rischi.
Le parole del presidente che ti faranno riflettere
Francesco Rocca non usa mezzi termini: “Abbiamo il dovere di tutelare la salute di chi lavora, soprattutto nei settori più esposti al caldo estremo”. Con queste dichiarazioni, il presidente lancia un allarme sul cambiamento climatico, sottolineando che i picchi di calore sono sempre più frequenti e intensi. “Non è solo buon senso, è responsabilità”, aggiunge, promettendo interventi ancora più incisivi se necessario. Chissà cosa riserverà il futuro?
Cronaca
La rapina pomeridiana di un 15enne che nasconde un giallo inaspettato

Hai sentito dell’aggressione scioccante per un paio di cuffie? #PericoloNelleStrade
Immagina di pedalare sereno sulla tua bici, con la musica nelle orecchie, quando all’improvviso due adolescenti su un motorino ti rovinano la giornata: è quanto è capitato a un ragazzo di 15 anni a Tor San Lorenzo, trasformando un pomeriggio qualunque in un incubo da brividi. Con le cuffie wireless che gli vengono strappate via di forza, il giovane è finito a terra, lasciando i residenti del quartiere a chiedersi se le strade di Roma siano davvero sicure.
IL RAID
Cosa spinge due ragazzini di 16 anni a compiere un gesto così audace? Mentre il 15enne sfrecciava lungo viale Marino, intorno alle 5 del pomeriggio di martedì scorso, i due aggressori gli hanno tagliato la strada con il loro scooter, afferrando le cuffie e facendolo cadere. È stato un attimo di caos totale: il ragazzo ha provato a reagire, ma era già troppo tardi. Per fortuna, una passante ha assistito alla scena e ha subito chiamato i carabinieri, che sono intervenuti in un lampo per raccogliere la sua testimonianza e i dettagli dello scooter.LE INDAGINI
Ma come hanno fatto le forze dell’ordine a smascherare i colpevoli così rapidamente? I carabinieri della stazione di Tor San Lorenzo hanno setacciato i filmati delle telecamere della zona, identificando e arrestando i due 16enni, entrambi residenti nel quartiere, in tempi record. I sospettati sono stati trasferiti in un centro per minori, alimentando ancora di più le preoccupazioni della comunità locale.
E non è tutto: questo episodio arriva a soli otto giorni dall’omicidio di Nahid Miah, un benzinaio ucciso durante una rapina, e sta facendo scattare un allarme generale. I cittadini si stanno organizzando, con una manifestazione in programma per sabato prossimo in piazza Falcone e Borsellino, per chiedere misure drastiche: più pattuglie, telecamere di sorveglianza e un’azione forte contro la criminalità. Chissà se questa volta le istituzioni risponderanno…
Cronaca
Daniela Santanchè a processo a Roma per diffamazione contro Zeno

Svolta shock nel caso Santanchè: un ministro a processo per diffamazione? #PoliticaItaliana #Giustizia
Il verdetto che fa discutere
Immaginate un ministro del Turismo accusato di aver diffamato un finanziere in pieno Senato – è proprio ciò che è accaduto! Il giudice monocratico di Roma, Alfonso Sabella, ha deciso di mandare a processo Daniela Santanchè, attuale ministra nel governo Meloni, per diffamazione nei confronti di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza di Visibilia Editore. Ma c’è di più: questa vicenda è collegata a un’inchiesta per falso in bilancio che vede Santanchè e il suo compagno Dimitri Kunz coinvolti in un altro processo a Milano, scatenato proprio dagli esposti di Zeno. Il processo romano è già fissato per il 16 settembre – non potete perdervi i dettagli!
Le accuse che hanno acceso la polemica
Cosa ha detto Santanchè per finire nei guai? Durante un’informativa al Senato il 5 luglio 2023, legata a un servizio televisivo e articoli di stampa, il ministro avrebbe offeso Zeno descrivendolo come un “finanziere partito da Torre del Greco, trasferito in Svizzera e ora residente alle Bahamas”, accusandolo di manovre oscure e tentativi di accordi irricevibili. Frasi che, secondo l’accusa, hanno danneggiato la sua reputazione in modo deliberato. E l’aggravante? Santanchè ha usato il canale ufficiale YouTube del Senato per diffondere queste parole, rendendo la storia ancora più intrigante e controversa.La reazione del coinvolto
Giuseppe Zeno, che si è costituito parte civile, ha accolto la decisione con soddisfazione, vedendo finalmente riconosciuta la sua posizione in questa battaglia legale. Ma quanto influirà questo processo sulla carriera politica di Santanchè? Le domande sono tante, e i colpi di scena potrebbero essere dietro l’angolo – restate sintonizzati per gli aggiornamenti!
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