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KAZAKISTAN Aereo precipita con cento persone a bordo

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KAZAKISTAN Aereo precipita con cento persone a bordo

KAZAKISTAN Aereo precipita con cento persone a bordo poco dopo il decollo da Almaty, una delle città più popolose del paese. Sul velivolo, diretto alla capitale Nur-Sultan (ex Astana), viaggiavano 95 passeggeri e 5 membri d’equipaggio.

Aereo precipita in Kazakistan. Il velivolo, della Bek Air, ha perso altitudine alle 7.22 ora locale (le 2.22 in Italia). Il bilancio provvisorio è di almeno quindici vittime: quattordici morte sul colpo, un’altra è deceduta in ospedale. Sessantasei sono le persone ferite e ricoverate in ospedale, di cui alcune in gravi condizioni. Otto bambini hanno riportato fratture. Secondo il capo del dipartimento Emergenze della città Yerlan Alibekov l’aereo diretto a Nur-Sultan (ex Astana), un Fokker 100, sarebbe precipitato poco dopo il decollo colpendo un edificio residenziale non abitato, perché in costruzione.

“Fortunatamente”, ha aggiunto il funzionario, “i serbatoi del carburante non sono esplosi”. Le operazioni di soccorso si sono concluse. Per l’aviazione civile kazaka “il velivolo ha perso altitudine durante la fase di decollo e si è schiantato su un muro di cinta” in una zona abitata. Secondo un testimone nella zona c’era una forte nebbia. L’aereo si è spaccato in due nella parte posteriore, mentre la parte anteriore si è incastrata in una palazzina di due piani. Il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev si è impegnato a risarcire i familiari delle vittime, ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale e ha promesso che “i responsabili saranno puniti severamente secondo le leggi”. Una commissione governativa indagherà per fare luce sull’incidente. Intanto tutti gli aerei della compagnia low cost sono stati fermati a terra fino alla conclusione dell’inchiesta.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

#RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

Fonte Verificata

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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