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Roma, una donna scopre che il figlio nato morto è stato sepolto a sua insaputa col suo nome

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Roma, una donna scopre che il figlio nato morto è stato sepolto a sua insaputa col suo nome

La denuncia su Facebook della donna, sconvolta dalla scoperta: “La mia privacy è stata violata”

E’ tutto scandalosamente assurdo, la mia privacy e’ stata violata. Il campo del cimitero Flaminio di Roma e’ pieno di croci con nomi e cognomi femminili, ma questa non e’ la mia tomba, e’ quella di mio figlio“. Questo l’amaro sfogo di una donna su Facebook, protagonista suo malgrado di una ben triste vicenda. Dopo essersi sottoposta nei mesi scorsi a un’interruzione terapeutica di gravidanza, e aver rifiutato le esequie e la sepoltura del feto, ha poi scoperto l’esistenza di una tomba con una croce con il suo nome e la data dell’operazione nel cimitero Flaminio di Roma.
Dopo 7 mesi dall’intervento la donna per scrupolo ha chiamato la camera mortuaria della struttura dove ha effettuato l’interruzione di gravidanza scoprendo così con sgomento la situazione. “Mi dissero al telefono: stia tranquilla, anche se non ha firmato per la sepoltura, il feto verrà comunque seppellito per beneficenza: avrà un suo posto con una croce con il suo nome“. Essendo nato morto e quindi non essendo stato registrato però, il nome che appare sulla croce è quello della donna.
Un grande shock per la donna, che malgrado abbia comunque sottolineato la gentilezza e la sensibilità dello staff della camera mortuaria che ha seguiti la sua vicenda per mesi, ha sottolineato la grave violazione della privacy subita.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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