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Selfie accanto a Maradona morto: licenziato il dipendente delle pompe funebri

Identificato l’autore del macabro scatto che ha suscitato reazioni di rabbia nel web e non solo
E’ costato caro lo scatto accanto al corpo senza vita del campione argentino. Diego Molina, questo il nome del dipendente dell’impresa di pompe funebri che si è fatto un selfie accanto alla bara, è stato infatti licenziato. Insieme ad altri due colleghi non ancora identificati, ha scattato la macabra foto ricordo accanto alla bara. Il tutto è avvenuto durante il trasporto del corpo dall’abitazione di Tigres, luogo dove Maradona è morto, fino al palazzo presidenziale a Buenos Aires. Dopo che il selfie ha fatto il giro del web, l’impresa di pompe funebri Funeraria Pinier, situata a Buenos Aires, ha provveduto a licenziare Molina. Anche gli altri due colleghi saranno presti identificati: per loro si prevede la stessa sorte. Il gesto irrispettoso ha suscitato la reazione rabbiosa del web, dei tifosi e soprattutto dell’avvocato dell’ex calciatore, Matias Morla. Quest’ultimo ha già promesso vendetta: “È una canaglia, pagherà questa aberrazione“, ha scritto in un tweet.
Le scuse dell’impresa di pompe funebri
L’impresa si è scusata dell’accaduto, dichiarando che la salma è rimasta sola per pochi minuti, che sono stati però sufficienti ai tre per introdursi e scattare le foto. “Nel frangente in cui siamo usciti dalla sala per parlare con la polizia e coordinare la traslazione della salma alla Casa Rosada, quei tizi hanno scattato le foto”, hanno dichiarato i proprietari dell’impresa alla Naciòn. “Sono stati i due minuti in cui sono rimasti soli”. Proviamo vergogna perché Diego era tutto per tutti. È stato qualcosa che non avremmo mai pensato potesse accadere“, hanno concluso con rammarico.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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