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ROMA – Aree verdi utilizzate come nascondiglio e base di spaccio per la droga

ROMA – Aree verdi utilizzate come nascondiglio e base dello spaccio nei quartieri romani: arrestati 4 pusher
ROMA – aree verdi utilizzate come nascondiglio per lo spaccio – I Carabinieri del Gruppo di Roma durante un’operazione sono riusciti a sgominare un giro di droga che come base operativa e nascondiglio aveva le aree verdi ai margini delle strade in zona San Basilio e Colle Prenestino. In un appostamento in In via Morrovalle a San Basilio, i carabinieri hanno individuato un 40enne e un 22enne, entrambi cittadini romani con precedenti, chiacchierare animatamente in strada e qualche istante dopo dirigersi verso la vegetazione i margini della carreggiata, nascondendo alcuni involucri.
CONTINUO
Notando questa scena, la pattuglia ha deciso di andare incontro ai due per effettuare un controllo ma appena notati, il 22enne è scappato ma invano, è stato preso immediatamente. Tornati indietro, hanno recuperato tutto quello nascosto dal 40enne, si trattava di involucri contenenti dosi di hashish. Sono partite così le perquisizione ai due romani, dove sono stati trovati 200 euro in contanti nelle tasche del 40enne, 8 g. di cocaina e 120 euro nelle tasche del 22enne e altre dosi della stessa droga .I due sono quindi stati arrestati e sottoposti agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.
STESSO MODO IN UN ALTRO QUARTIERE
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante, invece, hanno arrestato due cittadini stranieri, un 43enne del Gambia e un 34enne del Mali, entrambi senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine, mentre, dopo essersi appartati tra la folta vegetazione di un’area verde in via Emilio Longoni, zona Colle Prenestino, hanno ceduto alcune dosi di cocaina ad un uomo. I Carabinieri sono intervenuti bloccando i pusher e identificando l’acquirente, un 56enne romano, poi segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo di Roma, quale assuntore. I militari hanno anche effettuato un attento sopralluogo dell’area, rinvenendo, occultato tra la vegetazione, un barattolo di vetro, contenente 65 g di eroina, già suddivisa in dosi. Gli arrestati sono stati portati e trattenuti in caserma, in attesa del rito di convalida. Tutta la droga e il denaro sono stati sequestrati.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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