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ROMA Casolare trasformato in coltivazione di marijuana: trovate 40 piantine, arrestato ecuadoriano

ROMA Casolare Trasformato In Coltivazione Di Marijuana – un 25enne all’interno del proprio casolare aveva messo su una vera piantagione di marijuana
ROMA Casolare Trasformato In Coltivazione Di Marijuana – Gli agenti del commissariato Villa Glori, diretto da Anna Galdieri, hanno proceduto all’arresto ai danni di un cittadino originario dell’Ecuador di 25 anni. Nel proprio casolare in via delle Nocetta coltivava ben 40 piante di marijuana. Nei giorni precedenti, i poliziotti avevano iniziato a controllare il casolare e il terrone circostante composto da una folta vegetazione. A catturare la loro attenzione però, sono state due persone di giovane età che continuavano a entrare in continuazione nel casolare. Nei giorni seguiti uno dei due è stato individuato mentre entrava all’interno della struttura, ed è stato fermato.
PERQUISIZIONE
Già dalla prima stanza, quella principale, è stato immediatamente riscontrato un forte odore tipico della marijuana e attraverso un vano, il cui ingresso era stato coperto da un telo di colore azzurro, è stato possibile accedere all’interno di un’altra stanza adibita a serra nella quale sono state rinvenute 40 piante di marijuana. Sopra di esse era stata costruita una struttura caratterizzata da due lampade UV collegate ad un timer e a due generatori per agevolare la crescita delle piante. A seguito di perquisizione personale il cittadino sudamericano è stato inoltre trovato in possesso di un telefono cellulare nella cui memoria sono state trovate delle foto delle piante rinvenute scattate nei giorni precedenti all’arresto.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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