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Caso Grillo, la moglie replica alla Boschi: “La ragazza era consenziente, il video lo dimostra”

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Caso Grillo, la moglie replica alla Boschi: “La ragazza era consenziente, il video lo dimostra”

Il commento della Boschi: Le sentenze le decidono i magistrati, non i tweet delle mamme

Non si ferma il circo mediatico iniziato ieri dopo la pubblicazione da parte di Beppe Grillo di un video sul suo blog. Apparentemente lo sfogo di un padre disperato, più verosimilmente una dimostrazione di una mentalità maschilista e poca rispettosa verso le vittime di violenza. Il leader del M5S infatti, dà sfogo alla sua rabbia circa la situazione legale e mediatica in cui si trova il figlio Ciro, da due anni indagato insieme a suoi 3 amici per un presunto stupro di gruppo ai danni di una ragazza italo-svedese. Peccato però che non spenda una parola in favore della ragazza che ha accusato i giovani della violenza, e che anzi trovi anche da ridire sul tempo intercorso tra i fatti e la denuncia. Dopo la pubblicazione del video Grillo ha subito una vera e propria gogna mediatica, ricevendo una marea di critiche e di insulti sui social a causa delle sue dichiarazioni. Particolarmente severo il commento di Maria Elena Boschi, che ha pubblicato un’invettiva durissima sul suo profilo social, giudicando come “vergognose” le sue parole.

L’intervento della moglie di Beppe Grillo

A questo punto ha fatto la sua comparsa in scena la moglie di Grillo, Parvin Tadjik, che ha deciso di rispondere in prima persona al post della Boschi: “C’è un video che testimonia l’innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei è consenziente, la data della denuncia è solo un particolare“. Non si è fatta attendere la replica: “Parvin Tadjik, la moglie di Beppe Grillo, risponde al mio video di ieri dicendo che suo figlio è innocente, che la ragazza era consenziente, che ci sono le prove. Io non faccio il processo sui social, gentile signora. Le sentenze le decidono i magistrati, non i tweet delle mamme. Questo modo di concepire la giustizia, giocandola sui social e non nelle aule di tribunale, è aberrante“. In tutto ciò importante anche l’intervento di Giulia Bongiorno, avvocato difensore della ragazza che ha dichiarato di essere stata stuprata da Ciro Grillo: “Questo video lo porterò in procura perché reputo che sia una prova a carico. l video di Beppe Grillo è una prova che documenta una mentalità dell’eufemizzazione, spesso usata dagli uomini per giustificarsi quando sono imputati. Si dice alle vittime, state attente. Ma noi non ci facciamo intimidire!”, ha dichiarato, ospite della puntata di L’Aria che tira su La7.

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A Roma, rete contro gli abusi sulle donne: dai rifugi ai centri per gli aggressori

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A Roma, rete contro gli abusi sulle donne: dai rifugi ai centri per gli aggressori

#RomaControLaViolenza: Scopri come una rete innovativa a Roma sta rivoluzionando la protezione delle donne vittime di abusi, con sorprese che potrebbero cambiare tutto!

Immaginate una città come Roma che si trasforma in un baluardo contro la violenza sulle donne: una rete di supporto che unisce case rifugio e centri per maltrattanti, offrendo non solo riparo, ma anche percorsi di cambiamento radicale. Questa iniziativa sta catturando l’attenzione di tutti, ponendo domande affascinanti su come la prevenzione e l’aiuto possano davvero fare la differenza in scenari quotidiani.

La rete di supporto in azione

In questa rete, le donne trovano più di un semplice rifugio; si tratta di un ecosistema che include programmi di counseling e attività comunitarie, stimolando curiosità su come queste misure stiano influenzando migliaia di vite.

Ma c’è di più: i centri per maltrattanti non sono solo punitivi, bensì educativi, con approcci che potrebbero sorprendere, invitando a riflettere su cicli di violenza interrotti prima che sia troppo tardi.

I risultati che stanno facendo scalpore

Dati preliminari suggeriscono impatti positivi, con storie di rinascita che emergono da questa rete, lasciando tutti a chiedersi: e se Roma fosse solo l’inizio di una rivoluzione nazionale?

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Nel Lazio, 1,5 milioni di instabili mentali: proposta di legge per psicologi in ogni ASL

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Nel Lazio, 1,5 milioni di instabili mentali: proposta di legge per psicologi in ogni ASL

#SaluteMentaleNelLazio Immagina se 1,5 milioni di persone nel Lazio stessero lottando in silenzio con disturbi mentali: scopri la proposta rivoluzionaria che potrebbe cambiare tutto!

Nel cuore del Lazio, un numero sconcertante di 1,5 milioni di individui affronta quotidianamente le sfide dei disturbi mentali, un dato che solleva interrogativi profondi sul benessere emotivo della comunità. Questa situazione, spesso sottovalutata, sta spingendo verso un dibattito acceso su come migliorare l’accesso a supporto professionale.

La sfida nascosta

Esperti e associazioni segnalano che questi disturbi, che vanno dall’ansia alla depressione, influenzano la vita quotidiana di migliaia di persone, rendendo urgente un intervento strutturato. “La salute mentale non è un lusso, ma un diritto”, come sottolineato da fonti autorevoli nel settore.

La proposta che potrebbe fare la differenza

In risposta a questa emergenza, una proposta di legge mira a introdurre psicologi in ogni ASL del Lazio, offrendo un aiuto accessibile e tempestivo. Questa iniziativa, se approvata, rappresenterebbe un passo decisivo verso una società più attenta e inclusiva, suscitando curiosità su come potrebbe evolversi il panorama della cura mentale in Italia.

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