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Cronaca

“Cucchi non fu ucciso di botte bensì dalla negligenza dei medici”

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“Cucchi non fu ucciso di botte bensì dalla negligenza dei medici”

La tesi della difesa del Carabiniere Di Bernardo: “Il pestaggio c’è stato ma non così violento”

Caso Cucchi. Nel corso del processo di secondo grado che vede convolto il Carabiniere Alessio di Bernardo, la linea difensiva del suo avvocato, Antonella De Benedictis, è ora quella di negare la completa responsabilità della morte del geometra romano al suo assistito. “Nessuno nega che ci sia stato un pestaggio, ma non è stato così violento. Stefano Cucchi non è stato ucciso per i ceffoni o pugni, nessuno lo ha ucciso di botte. Le persone che lo hanno lasciato morire sono stati i medici attraverso negligenze ed omissioni, chi ha sbagliato ha pagato penalmente e civilmente con un risarcimento. Dire che Di Bernardo lo ha massacrato di botte non è giusto. Ci sono stati degli schiaffi e forse una spinta che ha fatto cadere Cucchi. Ha sbagliato chi lo fatto e deve pagare, ma non è stato un violento pestaggio. Di Bernardo è una brava persona, un padre di famiglia, un carabiniere pluridecorato: nessuno ha ucciso di botte Cucchi”, ha concluso l’avvocato. Nei confronti di Di Bernardo, il pg Cavallone ha chiesto una condanna a 13 anni di carcere; lo stesso numero di anni chiesto per Raffaele D’Alessandro, mentre 4 anni e 6 mesi è la condanna chiesta per il maresciallo Roberto Mandolini, accusato di falso.

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Il tiramisù di Pompi: quel dolce diventato simbolo della capitale

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Il tiramisù di Pompi: quel dolce diventato simbolo della capitale

#DolceDiSanGiovanni Scopri il segreto antico di questo irresistibile dolce che sta facendo impazzire i golosi!

La Misteriosa Origine del Dolce

Immagina un tesoro culinario nascosto nei vicoli di Roma, un dolce legato alle celebrazioni di San Giovanni che nasconde storie di antiche ricette tramandate di generazione in generazione. Questo celebre preparato, simbolo di feste e tradizioni, potrebbe nascondere ingredienti che risalgono all’epoca dei romani, e chissà quali segreti si celano dietro il suo sapore unico e avvolgente.

Gli Ingredienti che Stregano i Palati

Cosa rende questo dolce tanto speciale? Si parla di spezie esotiche e profumi inebrianti che catturano l’attenzione fin dal primo morso. Dal sapore ricco e avvolgente, con tocchi di agrumi e erbe aromatiche, questa delizia sembra uscita da un manoscritto dimenticato, pronta a sorprendere anche i più esigenti buongustai con sapori che evocano mistero e tradizione. Provare per credere: potresti scoprire un nuovo favorito per le tue tavole festive!

Come Questo Dolce Sta Conquistando il Mondo

Oggi, il dolce di San Giovanni non è più solo un retaggio locale, ma una vera e propria tendenza che spopola sui social e nei café alla moda. Con influenti chef che ne reinventano le varianti, questo antico capolavoro sta attirando curiosi da ogni angolo, promettendo esperienze sensoriali indimenticabili. Non perdere l’occasione di esplorare questa gemma gastronomica prima che diventi virale!

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Estorsione a Pompi, re del tiramisù: Richiesta di soldi con minaccia di violenza

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Estorsione a Pompi, re del tiramisù: Richiesta di soldi con minaccia di violenza

#SvelatoLoScandaloDolciario Il proprietario di una famosa catena di pasticcerie è stato costretto a cedere 130mila euro al cognato, licenziato e finito dietro le sbarre – scopri i dettagli scioccanti di questa faida familiare!

La Faida che Ha Scioccato il Mondo dei Dolci

Immaginate una storia di pasticcini e tradimenti: il titolare di una rinomata catena di pasticcerie si è trovato al centro di una controversia familiare che ha attirato l’attenzione di tutti. Il cognato, precedentemente impiegato nell’azienda, è stato licenziato in tronco e ha poi affrontato guai legali, culminando in una condanna carceraria. Ma cosa ha spinto il tribunale a ordinare un pagamento di 130mila euro? Le speculazioni sono tante, e i dettagli emergono piano piano.

I Retroscena e le Domande Senza Risposta

Dietro le quinte di questo impero dolciario, emergono voci di dispute interne e possibili rancori familiari. Il cognato, ora dietro le sbarre, potrebbe aver rivendicato diritti o risarcimenti legati al suo licenziamento. Questa vicenda solleva interrogativi intriganti: era solo una questione di lavoro o c’è di più? Le fonti vicine al caso parlano di tensioni che potrebbero aver influenzato l’intera catena, lasciando i fan dei dolci a chiedersi cosa succederà dopo.

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