Cronaca
Heather Parisi bloccata dai Carabinieri: guai giudiziari per la showgirl
Heather Parisi bloccata dai Carabinieri. Spiacevole episodio durante una registrazione tv

Heather Parisi bloccata dai Carabinieri. E’ avvenuto al termine dell’intervista che la 63enne italo-americana aveva rilasciato a ‘Belve’, il programma di Rai 2 condotto da Francesca Fagnani. I militari sarebbero piombati nello studio insieme ad un ufficiale giudiziario. Il motivo risiederebbe in una condanna comminata alla Parisi con l’accusa di diffamazione. Alla vittima, l’agente dei vip Lucio Presta, la showgirl avrebbe dovuto versare un maxi risarcimento, cosa che invece non avrebbe mai fatto. Nei suoi confronti sarebbe stato quindi disposto un pignoramento, eseguito proprio di fronte alle telecamere. Per la gioia di Presta. “Cara HP – ha scritto quest’oggi su Twitter – anche questa volta non hai evitato di fare una brutta figura, sottraendoti per mesi agli obblighi sanciti dalla Magistratura nei miei confronti“.
Si chiude così una vicenda iniziata nel 2017, in occasione della partecipazione della Parisi a ‘Nemicamatissima’, programma condotto da Lorella Cuccarini. Sarebbe stato proprio Presta ad organizzare quell’ospitata, foriera però di problemi sia con la conduttrice che con lo stesso agente. La showgirl avrebbe infatti lamentato che, a causa della lite, sarebbe stata stoppata la messa in onda sulla Rai di un film da lei diretto. Per questo, avrebbe adito le vie legali contro la società di Presta. Contro il quale si sarebbe poi espressa sui social in termini non proprio amichevoli. Presta l’avrebbe quindi controquerelata, con esito finale positivo.
Cronaca
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Tre condanne e un verdetto inaspettato: la storia dietro il caso

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Le Condanne Scioccanti
In un processo che ha svelato orrori nascosti, il gup di Roma ha emesso tre condanne a carico di operatori sociosanitari del Centro di Educazione Motoria (Cem), accusati di torture e maltrattamenti su pazienti con gravi patologie psicofisiche. Le pene variano da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 4 mesi, un verdetto che solleva interrogativi su come abusi del genere possano accadere in luoghi destinati a proteggere i più vulnerabili.
L’Assoluzione Inaspettata
Mentre tre operatori affrontano ora le conseguenze delle loro azioni, uno è stato assolto con la formula “per non avere commesso il fatto”. Questa decisione sorprendente aggiunge un tocco di mistero al caso, lasciando tutti a chiedersi se ci siano stati errori o segreti ancora da svelare in questa intricata storia di accuse e indagini.Il Ruolo della Croce Rossa
È stata proprio la Croce Rossa a far scattare l’inchiesta, costituendosi parte civile dopo aver denunciato gli abusi. Questo intervento coraggioso ha portato alla luce un vero e proprio scandalo, spingendo le autorità a indagare approfonditamente su ciò che accadeva nel Cem e alimentando curiosità su come organizzazioni come questa possano diventare sentinelle contro l’ingiustizia.
Altri Sviluppi del Caso
Nel procedimento, due imputati sono stati rinviati a giudizio, mentre quattro hanno optato per il patteggiamento: due con 4 anni per il reato di tortura, e gli altri due con 2 anni, sospesi dopo un percorso di recupero. Questi esiti aprono la porta a ulteriori domande su responsabilità e riforme nel settore sociosanitario, un intreccio di fatti che continua a catturare l’attenzione.
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