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Alain Delon, il figlio Anthony fa chiarezza: “Vuole farla finita? Ecco come stanno davvero le cose”

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Alain Delon, il figlio Anthony fa chiarezza: “Vuole farla finita? Ecco come stanno davvero le cose”

Alain Delon: dichiarazioni del figlio Anthony sullo stato di salute e le controversie familiari

Il figlio di Alain Delon, Anthony, ha recentemente rilasciato un’intervista dove ha fatto chiarezza su alcune controversie che hanno circondato il noto attore francese. Contrariamente a quanto si è letto sui giornali, Anthony ha smentito l’ipotesi che suo padre stesse pensando di porre fine alla propria vita. Anche se un medico ha dichiarato di aver avuto una conversazione con Alain Delon sulla sua stanchezza di vivere, Anthony ha affermato che questi sono momenti che tutti possono attraversare, soprattutto in età avanzata.

Riguardo alla salute di Alain Delon, il figlio ha rivelato che suo padre sta affrontando un linfoma ed è un po’ stanco. Ha anche accennato al suo rapporto con la sorella Anouchka, spiegando che scontro familiare è originato dalle diverse opinioni sulle cure del padre e sul suo luogo di sepoltura. Alain Delon ha espresso il desiderio di essere sepolto a Douchy, mentre la sorella desidera portarlo in Svizzera. Anthony ha precisato che, nonostante le divergenze, c’è la possibilità per la sorella di restare vicino al padre in Francia.

Infine, Anthony ha affrontato le accuse della presunta compagna dell’attore, Hiromi Rollin, che avrebbe denunciato i figli di Delon per tentato omicidio. Ha sottolineato che al momento non ci sono denunce da parte sua, ma ha espresso l’intenzione di farlo contro Hiromi per le gravi affermazioni rilasciate. Ha definito tali accuse come manipolazioni mediatiche e ha affermato che sono tutte persone pazze. In conclusione, questa intervista ha permesso a Anthony Delon di fare chiarezza su diverse questioni e di dissipare alcune voci che hanno circolato in merito alla salute e alle controversie familiari che coinvolgono suo padre, Alain Delon.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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