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Talpa in tribunale a Roma. Condanna a 5 anni per De Vivo, compagno di Camilla Marianera

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Talpa in tribunale a Roma. Condanna a 5 anni per De Vivo, compagno di Camilla Marianera

Jacopo De Vivo, arrestato nel febbraio 2023 insieme alla sua compagna, la praticante avvocato Camilla Marianera, è stato condannato a 5 anni con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “talpa” negli uffici del tribunale di Roma. L’accusa che pesa su di loro è quella di corruzione in atti giudiziari, avendo ceduto informazioni coperte da segreto istruttorio in cambio di denaro.

De Vivo, attualmente detenuto da oltre un anno, sconterà il resto della sua condanna ai domiciliari con l’utilizzo di un braccialetto elettronico. Nel frattempo, la compagna Marianera è coinvolta in un processo a rito ordinario in corso.

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Dossier su Emanuela deve sparire, non distruggere il Vaticano

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Rivelazioni Shock nelle Chat del 2014

“Buttare tutto per aria e distruggere il Vaticano non ha alcun senso”. E, ancora: “Le cose su Emanuela Orlandi devono sparire”. Questa una parte del contenuto delle chat del 2014, consegnate in Procura a Roma e in Vaticano e, da ieri, anche alla Commissione d’inchiesta da Pietro Orlandi.

Contenuto delle Chat del 2014

“Quella roba della Orlandi deve sparire e tu devi farti gli affari tuoi”. E, ancora: “Buttare tutto per aria e distruggere il Vaticano non ha alcun senso”. Sono solo alcuni degli stralci delle conversazioni fra Francesca Immacolata Chaouqui e il cardinale Vallejo Balda, all’epoca membri e segretario della prefettura degli affari economici del Vaticano Cosea.

Dettagli delle Conversazioni

Sono loro i messaggi nelle famose chat del 2014 consegnati dalla famiglia Orlandi alla Procura di Roma e, da ieri, anche alla commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi.

Riferimento a Mirella Gregori

Nel contenuto viene fatto riferimento ad altre persone, fra cui Giani, l’ex capo della gendarmeria vaticana, e anche al fascicolo su Emanuela custodito in Vaticano che l’avvocata sostiene di aver visto.

Risposte e ulteriori dettagli

“A settembre dobbiamo far sparire quella cosa della Orlandi e pagare i tombaroli – scrive Francesca Immacolata Chaouqui in uno dei messaggi di 10 anni fa – Di questo devi parlare al papa…Ora che torniamo si lavora all’archivio. E basta giornali e follie varie.

Il post di Chaouqui: “Inutile coinvolgermi. Se c’è una verità non la conosco”

Il commento di Francesca Immacolata Chaouqui non ha tardato ad arrivare dopo la consegna delle chat alla commissione bicamerale d’inchiesta da parte di Pietro Orlandi.

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Arriva in ospedale con dolori e scopre raro tumore, chirurgo: “Intervento delicatissimo”

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Dottor Angelo Serao e chirurgo James Casella operano un ragazzo di 18 anni

Il ragazzo di 18 anni è stato operato presso l’ospedale dei Castelli da due medici esperti, il dottor Angelo Serao e il chirurgo James Casella. Il giovane era arrivato con forti dolori addominali e gli è stato diagnosticato un tumore rarissimo, un paraganglioma extrasurrenalico di origine neuroendocrina. Il chirurgo James Casella ha lavorato per anni al San Camillo prima di decidere di trasferirsi all’ospedale dei Castelli, dove opera attualmente.

Un intervento delicato e difficile

Il tumore diagnosticato al ragazzo era un paraganglioma extrasurrenalico molto pericoloso in quanto era attaccato all’aorta. L’intervento effettuato dai medici è stato estremamente delicato e tecnicamente difficile, durando diverse ore. Un errore anche minimo avrebbe potuto causare gravi conseguenze, vista la vicinanza del tumore al principale vaso sanguigno dell’organismo.

Approccio multidisciplinare per il successo dell’intervento

Grazie alla collaborazione di diversi specialisti dell’ospedale dei Castelli, tra cui radiologi, anestesisti e chirurghi vascolari, l’intervento è stato un successo. L’approccio multidisciplinare ha permesso di affrontare la patologia in modo completo, garantendo la migliore cura possibile al paziente. L’intervento è stato particolarmente impegnativo dato l’età giovane del paziente e la rara natura del tumore.

Prospettive future per il paziente

Dopo l’intervento, il ragazzo dovrà sottoporsi a controlli regolari per monitorare l’eventuale ricomparsa del tumore. La rimozione è stata radicale e non sono stati riscontrati tessuti tumorali residui, ma data la rarità della patologia è importante mantenerlo sotto stretta osservazione. Il dottor Serao ha sottolineato l’importanza di avere a disposizione tutte le specialità necessarie per trattare i pazienti in modo completo presso l’ospedale dei Castelli.

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Visita di papa Francesco al Campidoglio il 10 giugno

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Papa Francesco in visita al Campidoglio

“Non credo di svelare nulla di segreto nel dirvi che il prossimo 10 giugno il papa sarà in visita in Campidoglio”, ha detto il cappellano della Polizia locale di Roma Capitale padre Massimo Cocci.

Dettagli sull’incontro

Papa Francesco in visita in Campidoglio il prossimo lunedì 10 giugno. “Non credo di svelare nulla di segreto nel dirvi che il prossimo 10 giugno il papa sarà in visita in Campidoglio”, ha detto il cappellano della Polizia locale di Roma Capitale padre Massimo Cocci nel corso della benedizione ai nuovi vigili urbani riuniti in piazza del Campidoglio.

Il tema dell’incontro

Non è stato ancora ufficializzato il tema dell’incontro, ma è probabile che il Papa e il sindaco discuteranno del Giubileo 2025. Ieri, 9 maggio, il Giubileo è stato ufficialmente indetto con la tradizionale cerimonia durante i Vespri della festa dell’Ascensione del Signore, con Papa Francesco che ha consegnato la Bolla di indizione “Spes non confundit” (“La speranza non delude”) dando così il via ufficiale all’evento. Nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 viene indicato il 24 dicembre 2024 come data di apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro.

Incontri precedenti tra il sindaco e il Pontefice

L’ultimo incontro tra il sindaco Gualtieri e il Pontefice risale allo scorso 4 gennaio, quando il primo cittadino e il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, erano stati ricevuti in udienza in Vaticano. “Un incontro di profonda ispirazione con Papa Francesco oggi per la tradizionale udienza di inizio anno. È stato un piacere illustrargli l’avanzamento dei lavori dei tanti progetti che abbiamo messo in campo per il Giubileo, per l’accoglienza e per prenderci cura delle persone più fragili. Ringrazio il Santo Padre per il suo magistero, per il suo impegno instancabile a favore dei più vulnerabili e per le generose parole di sostegno e incoraggiamento. Roma vuole bene al suo Vescovo, che ne rappresenta al meglio la vocazione alla solidarietà, alla fratellanza, alla pace”, aveva detto il sindaco al termine dell’udienza.

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Ospitava persone in casa durante i domiciliari.

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Arresto dell’ex professore Alessandro Frateschi

L’ex professore Alessandro Frateschi finisce in carcere. Riceveva visite mentre era ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale su minori.

Aggravamento della misura cautelare

Finisce in carcere Alessandro Frateschi, l’ex professore di religione arrestato con l’accusa di pedofilia dopo le denunce di alcuni suoi studenti. L’uomo continuava a ricevere visite in casa a Terracina nonostante fosse sottoposto ai domiciliari con il divieto di contatti esterni. Il giudice del Tribunale di Latina ha così disposto l’aggravamento della misura cautelare per il cinquantenne. Dopo alcune verifiche effettuate nelle ultime settimane dai carabinieri, Frateschi è stato trasferito in carcere su disposizione della giudice Laura Morselli. L’udienza preliminare del processo per abusi sessuali è in programma per venerdì 24 maggio.

Indagini sulle visite ricevute da Frateschi

Gli investigatori hanno documentato con le telecamere diverse visite, fatte da varie persone, a più riprese, nella casa in cui Frateschi era agli arresti domiciliari da quasi un anno. L’abitazione era un’altra rispetto a quella dove viveva insieme ai figli e a sua moglie, così come era stato indicato dai giudici nel momento in cui è avvenuto l’arresto l’anno scorso.

Complicità di suore e psicologi

Secondo quanto ricostruito fino a questo momento dalle indagini ad essere a conoscenza dei presunti abusi sessuali compiuti dal diacono erano almeno quattro persone, due suore e due psicologi, che avrebbero taciuto su tutto. L’insegnante pare sia stato contattato da una prima religiosa, che non lo ha denunciato. Stessa cosa anche l’altra suora, che frequentava la stessa casa famiglia di Frateschi. L’udienza preliminare è ripresa venerdì 5 aprile con l’audizione davanti al giudice di tre delle cinque vittime delle presunte violenze, in modalità protetta con il supporto di uno psicologo e i minori hanno confermato le accuse nei confronti del loro ex insegnante di cinquant’anni. La prossima udienza è fissata per il 24 maggio.

Testimonianza di abusi e arresto

Una giovane, che abitava in una casa famiglia insieme a suo fratello, ha testimoniato riguardo agli abusi che quest’ultimo avrebbe subito e di aver conosciuto il professore. Il ragazzo ha trascorso le vacanze di Natale in casa dell’insegnante. E in quell’occasione si sarebbero consumate le violenze denunciate dai giovani ai carabinieri. La confidenza era avvenuta con una psicologa, con l’intenzione di rivolgersi alle forze dell’ordine, cosa che non gli è stata permessa. L’adolescente avrebbe poi raccontato lo stesso allo psicologo di un’altra casa famiglia, che si sarebbe poi confrontato con una suora: anche in questi casi non sono partite le denunce. Solo poi con le denunce arrivate dal liceo Majorana, che hanno acceso i riflettori della Procura sulla vicenda, il diacono è stato arrestato.

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Trovata agonizzante in casa, sospetti sulla figlia

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Giallo sul litorale romano: una donna trovata agonizzante in casa

Una donna di 66 anni è stata trovata agonizzante in casa sul litorale romano e portata d’urgenza all’ospedale, dove è purtroppo deceduta poco dopo. I carabinieri stanno indagando sul caso e i sospetti sembrano ricadere sulla figlia della vittima.

Pronto soccorso e decesso

Gli operatori del pronto soccorso hanno tentato invano di rianimare la donna, che è stata trasportata all’Aurelia Hospital dove è purtroppo deceduta. Sembra che siano stati riscontrati segni di soffocamento sul corpo della vittima, ma le cause esatte della morte saranno stabilite con un’autopsia.

Indagini e sospetti sulla figlia

La figlia trentottenne della donna è attualmente al centro delle indagini dei carabinieri. Si ipotizza che la morte possa essere stata causata da una lite giunta al culmine con la figlia stessa, ma al momento sono solo supposizioni in attesa di ulteriori accertamenti.

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Madonna di Trevignano: ruolo importante nei maltrattamenti indagato di Scozzaro per Gisella

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Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

Per la polizia giudiziaria che indaga sulle accuse di presunti maltrattamenti nei confronti dell’ex frate Scozzaro la veggente di Trevignano avrebbe un ruolo importante. “Le profezie mistico-religiose di Scozzaro avevano anche una precisa fonte: i messaggi della Vergine Maria a Gisella Cardia”.

Il ruolo di Gisella Cardia nelle indagini

“Le profezie mistico-religiose di Scozzaro avevano anche una precisa fonte: i messaggi della Vergine Maria affidati a Gisella Cardia […] questa veggente ha giocato un ruolo importante nella vicenda dei contestati maltrattamenti ai ragazzi”. Di questo è convinta la polizia giudiziaria, che ha svolto le indagini sulla vicenda di Casa Mariana a Collesano, per la quale l’ex frate Scozzaro è stato arrestato per presunti maltrattamenti in concorso con un suo adepto Carlo Mazzola, sulla moglie e i figli di quest’ultimo. E ancora “quanto riscontrato a Collesano nel corso di questa indagine non si discosta per i contenuti e le idee religiose deliranti” il riferimento è ai fatti di Altavilla Milicia.

Le chat tra l’adepto e le figlie

Di Maria Giuseppa Scarpulla a Collesano si parla anche nelle chat tra uno dei due indagati adepto di Scozzaro e sua figlia. “Una veggente approvata dal vescovo ci ha detto che tu e tua madre non fate altro che mandarci maledizioni a noi quattro e a padre Giulio” si legge sempre nell’informativa della Polizia di Stato. “Abbiamo saputo dalla veggente di tutto il male che avete fatto a noi quattro e a padre Giulio e non siete solo due streghe maledette, siete molto di più”. In merito alle chat e i messaggi chiariamo che per completezza d’informazione che i figli dello psichiatra devono ancora essere ascoltati dal giudice in sede di incidente probatorio.

Madonna di Trevignano, l’avvocato Marchignoli: “Mai pressioni da Gisella sui fedeli per donazioni”

Dalle carte emerge come ci fosse un legame tra Scozzaro e i coniugi Cardia: si sentivano, e Scarpulla, come da lei stessa annunciato ai seguaci durante un incontro di preghiera nel campo delle preghiere a Trevignano Romano, sono andati a trovarlo a Casa Mariana. Per gli investigatori Scarpulla, pur non essendo indagata, avrebbe giocato un ruolo importante nella vicenda dei contestati maltrattamenti dei ragazzi. È emerso che interagiva con la famiglia vittima di maltrattamenti perché ritenuti indemoniati. Le persone che non condividevano il suo operato – dell’ex frate Scozzaro – venivano portate all’isolamento e alla demonizzazione. Ciò ha avuto – sempre per chi indaga – conseguenze devastanti sul piano psicologico di chi era coinvolto. Per gli investigatori Scarpulla – che ricordiamo ancora non è indagata – avallava ciò che diceva l’ex frate Scozzaro, anche attraverso i messaggi che a suo dire le inviava la Madonna.

La vicenda di Scozzaro e Casa Mariana a Collesano

L’ex frate Giulio Maria Scozzaro, presunta guida spirituale di Scarpulla, che ha definito pubblicamente durante un incontro di preghiera “l’uomo che ha gli occhi di Gesù” è stato arrestato ad inizio febbraio scorso e si trova ai domiciliari. Nei suoi confronti il sospetto è di aver maltrattato la moglie e i figli di uno psichiatra, suo seguace, anch’egli raggiunto dalla stessa misura di custodia cautelare e indagato in concorso. Le accuse nei confronti di Scozzaro sono di isolamento dal mondo esterno e vessazioni a moglie e figlia del medico, definite “streghe” e costrette a guardare filmati di “esorcismi”. Scozzaro e il suo seguace sono anche indagati per calunnia, diffamazione e intralcio alla giustizia.

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746 nuovi vigili urbani assunti a Roma, accolti dal sindaco con cerimonia al Campidoglio

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Nuove assunzioni nel corpo dei vigili urbani di Roma Capitale

Con l’assunzione di 800 nuovi agenti, il corpo dei vigili urbani di Roma Capitale passa da 5.500 a 6.300 agenti. Entro dicembre, è prevista l’assunzione di altri 200 vigili.

Arrivo dei nuovi agenti della polizia locale di Roma Capitale

746 nuovi agenti della polizia locale di Roma Capitale entreranno in servizio da agosto e saranno addestrati per essere operativi in autunno in vista dell’avvio del Giubileo 2025.

Cerimonia di accoglienza delle nuove reclute

Le nuove reclute sono state accolte con una cerimonia di benvenuto a cui hanno partecipato il comandante della Polizia locale Mario De Sclavis, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’assessore alle Politiche del personale Andrea Catarci e la banda musicale del corpo. Entro dicembre saranno assunti altri 200 vigili, facendo scorrere la graduatoria degli idonei all’ultimo concorso.

Dichiarazioni del comandante De Sclavis e del sindaco Gualtieri

Il comandante De Sclavis ha dato il benvenuto alle nuove reclute sottolineando l’importanza del loro ruolo, mentre il sindaco Gualtieri ha espresso gioia per il loro ingresso nel corpo della polizia locale di Roma.

Messaggio dell’assessore Catarci

L’assessore Catarci ha sottolineato l’importanza di rafforzare il corpo della polizia locale di Roma e ha elogiato le nuove reclute per aver superato le prove di selezione. Saranno un presidio di sicurezza in tutta la città.

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Carcere Lazio: mancano 1.500 posti, detenuti minorenni raddoppiati

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Situazione nelle carceri del Lazio

I dati emersi dall’audizione sulla situazione nelle carceri del Lazio, che si è tenuta in Commissione Affari Costituzionali della Regione Lazio su richiesta della vicepresidente della commissione, la consigliera del Pd, Eleonora Mattia.

SoVraffollamento nelle carceri del Lazio

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Nelle carceri del Lazio sono reclusi ad oggi 6.758 detenuti, ma i posti regolamentari sono soltanto 5.281, cioè 1.477 in meno. Tra le situazioni più difficili ci sono quelle dell’istituto Regina Coeli di Roma, seguito dai carceri di Civitavecchia, Velletri e Rieti. Ma a preoccupare è anche il caso dell’Istituto per Minorenni di Casal del Marmo della Capitale, dove i bambini e i ragazzi detenuti sono aumentati del 100 per cento nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Allo stesso tempo, invece, il personale si è dimezzato.

Caso dell’Istituto per Minorenni di Casal del Marmo

Questi i dati emersi dall’audizione sulla situazione nelle carceri del Lazio, che si è tenuta in Commissione Affari Costituzionali della Regione Lazio su richiesta della vicepresidente della commissione, la consigliera del Pd, Eleonora Mattia.

Nel caso dell’istituto di Casal del Marmo, il direttore ha spiegato che la struttura è composta da due plessi, uno per minorenni e l’altro per giovani adulti, cioè maggiorenni che non lo erano al tempo della commissione del reato. Nell’ultimo anno gli accessi sono aumentati del 100 per cento perché istituto ospita i detenuti non solo del Lazio, ma anche di Abruzzo e Molise. Per questo l’istituto è più affollato di 50 unità rispetto alla capienza. Il personale, come detto, si è invece dimezzato, “cosa che comporta turni più pesanti per tutti”.

Interventi necessari e criticità

La consigliera Mattia ha parlato di un “bilancio allarmante che conferma il sovraffollamento cronico delle carceri e i problemi che ne derivano per detenuti e operatori, in termini di sicurezza, qualità del servizio e trattamento erogati a tutti i livelli. Tra le principali criticità evidenziate dai vari direttori delle strutture ascoltate, la carenza di assistenza sanitaria, in particolare per la mancanza di personale, che fugge appena può dall’incarico, per le per le precarie condizioni di lavoro anche a livello contrattuale”.

Tra le criticità a livello normativo, ha aggiunto la consigliera dem, “la necessità di rivedere il protocollo per la prevenzione dei suicidi, risalente a oltre 10 anni, da aggiornare con le nuove linee guida, e di ridefinire le procedure e ambiti di competenza di Rems e istituti penitenziari rispetto ai trattamenti di casi salute mentale con pericolosità sociale”.

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Contrabbando: droga e telefonini nel carcere di Velletri

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Sacerdote di Genzano arrestato per droga e telefonini in prigione

Un sacerdote di Genzano di 63 anni è stato arrestato con l’accusa di aver portato droga all’interno del carcere di Velletri. Il prete, Don Maurizio, famoso per la sua attività parrocchiale nell’oratorio salesiano Don Bosco e cappellano dell’istituto religioso di via Mazzini, è stato arrestato due giorni fa.

A trovarlo in possesso di stupefacenti gli agenti della polizia penitenziaria, durante un controllo di routine. La droga era nascosta all’interno dei pacchi destinati ai detenuti dell’istituto penitenziario.

La perquisizione del sacerdote e l’arresto

Gli agenti hanno trovato la droga nel pacco: hanno rinvenuto un chilo di marijuana e oltre 50 grammi di cocaina. Sarebbe stato sempre il sacerdote, inoltre, ad aver portato nel carcere due smartphone, in maniera totalmente illecita.

Chi è il prete arrestato

Don Maurizio era arrivato da poco, dopo aver esercitato il sacerdozio in altre città italiane, negli oratori di Don Bosco. La polizia sta continuando ad indagare per cercare di ricostruire se si sia trattato di un episodio isolato o se ci siano altri simili collegati al sacerdote.

Sottoposto ad una nuova perquisizione, all’interno dell’alloggio in cui viveva, sono stati trovati oltre 20mila euro in contante sulla cui provenienza gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza.

Le indagini in corso

L’obiettivo delle indagini è fare luce sulla vicenda. Nel frattempo residenti e cittadini si stano chiedendo come sia stato possibile. Nel frattempo le indagini continuano: agli inquirenti spetta il compito di ricostruire l’attività del sacerdote per cercare di capire se si sia trattato di un episodio isolato o meno.

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Evade dagli arresti domiciliari: “Mandatemi in carcere”

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Bizzarro episodio a Oriolo Romano

È accaduto un episodio insolito a Oriolo Romano nel Viterbese, dove un uomo è evaso dai domiciliari perché non sopportava più suo fratello. I carabinieri lo hanno trovato e lo hanno riaccompagnato a casa.

“Preferisco il carcere che stare un altro giorno con mio fratello”

Secondo quanto ricostruito, l’uomo era costretto a stare con il fratello con il quale non andava d’accordo. La convivenza forzata lo ha portato ad aprire la porta di casa e andarsene, nonostante fosse destinatario del provvedimento da parte del giudice. Trovato a vagare per il paese, ha dichiarato di preferire il carcere piuttosto che vivere ancora con il fratello.

I carabinieri lo hanno riportato a casa facendogli fare pace col fratello

L’uomo era già stato segnalato in passato per inosservanza delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria. Non potendo accontentare la sua richiesta di essere portato in carcere, i carabinieri lo hanno riportato a casa, cercando di mediare una pace con il fratello. Questi episodi non sono rari, con alcuni detenuti ai domiciliari che evadono a causa della convivenza forzata con i familiari.

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