Cronaca
«Uno spettacolo audace che infrange i confini dell’umorismo!»

Filippo Giardina torna a incantare il pubblico romano con il suo spettacolo, pronto a calcare il palcoscenico del prestigioso Teatro Olimpico. Dopo aver lasciato un’impronta indelebile con le sue esibizioni precedenti, il noto comico e autore della capitale presenta di nuovo il suo acclamato monologo satirico, intitolato “Cabaret”. Questo evento promette di sfidare le convenzioni e stimolare riflessioni profonde, offrendo un’esperienza teatrale ricca di controcultura.
La Forza della Satira
Il nuovo lavoro di Giardina si addentra in temi delicati e controversi, portando alla luce le contraddizioni della società attuale attraverso una satira incisiva e un linguaggio audace. Con il suo stile caratteristico, Filippo Giardina non esita a mettere in discussione l’ipocrisia e le retoriche prevalenti, sollecitando il pubblico a riflettere, ma anche a ridere. “Cabaret” si presenta quindi come un’opera audace e provocatoria, concepita per scuotere gli spettatori senza risparmiare colpi.
Un Monologo in Evoluzione
Questi nuovi spettacoli sono frutto di un lavoro meticoloso, in cui Giardina continua a rifinire il testo originale del suo monologo. Ogni nuova data rappresenta per lui un’occasione per arricchire il contenuto e affinare la performance, dimostrando un impegno costante nel migliorare il risultato finale. Così, “Cabaret” non è solo un momento di intrattenimento, ma un esercizio in continua evoluzione che rivela come ogni replica possa portare nuove sfide e sfumature.
Dietro le Quinte del Comico
Contrariamente all’immagine di comico cinico che porta sul palco, Giardina si descrive come una persona introversa nella vita di tutti i giorni. Questa versione di sé contrastante offre uno sguardo interessante sulla dualità del suo personaggio pubblico, rendendo ancora più affascinante l’esperienza di chi lo osserva durante le sue esibizioni provocatorie e libere.
Cronaca
Suor Genevieve, l’amica del Papa che bazzica tra giostrai e gay: “Ci pagava le bollette”

IncredibileViaggioDiFede: Una suora di 83 anni cammina per chilometri con uno zaino, vivendo in roulotte da 50 anni tra comunità LGBTQ+ e giostrai – scopri la sua storia straordinaria! 🏞️🙏
La Vita Straordinaria di una Religiosa Itinerante
Immaginate una donna di 83 anni che ha scelto di vivere in una semplice roulotte per oltre mezzo secolo, immersa nelle comunità LGBTQ+ e tra i giostrai del litorale romano. Questa “piccola sorella di Gesù” ha dedicato la sua esistenza a un cammino di solidarietà e vicinanza, attirando l’attenzione per il suo stile di vita unico e ispiratore. Non è solo una storia di fede, ma un’avventura che sfida le convenzioni e risveglia la curiosità su come si possa trovare pace in un’esistenza nomade.
Il Viaggio Inatteso verso San Pietro
Con uno zaino in spalla, questa instancabile religiosa ha affrontato un percorso da Ostia fino a San Pietro, motivata dal desiderio di stare vicina al Papa Francesco. Che cosa l’ha spinta a intraprendere un simile cammino a un’età così avanzata? È un gesto che evoca meraviglia e domande: è forse un simbolo di devozione pura o un richiamo a valori dimenticati? La sua presenza tra le folle vaticane ha già catturato l’immaginazione di molti, lasciando tutti a chiedersi quali segreti nasconda una vita così dedicata.
Cronaca
Le mie corrispondenze con il Papa per sostenere gli “scartati”

PapaFrancesco e il prete rivoluzionario: una storia di fede, inclusione e miracoli inaspettati che ti lascerà a bocca aperta! #Solidarietà #LGBTQ #Misericordia
MANI TESE
Immagina di uscire da una chiesa al mattino e trovarti di fronte a una fila infinita di 300 persone, tutte in silenzio, con le mani tese in un grido silenzioso di fame e disperazione. È successo a don Andrea Conocchia durante i primi giorni del lockdown in Italia, quando la pandemia aveva congelato tutto. In quel momento, il mondo di questo prete è cambiato per sempre. A Torvaianica, a pochi passi da Roma, ha iniziato a distribuire cibo e aiuto a centinaia di persone di ogni nazionalità, orientamento e background, trasformando la sua parrocchia in un rifugio per chi era stato dimenticato. Tra loro, storie strazianti di transgender argentine che hanno trovato in don Andrea non solo un pasto, ma una vera speranza. Come ha fatto un semplice prete a innescare una catena di eventi che ha coinvolto addirittura il Papa?
GLI INCONTRI
E se ti dicessimo che don Andrea è riuscito a far incontrare il Pontefice con persone emarginate, creando momenti che sembrano usciti da un film? Attraverso l’aiuto di suor Genevieve Jeanningros, amica fidata di Papa Francesco, ha organizzato udienze del mercoledì dove transgender, omosessuali e altri “scartati” hanno condiviso le loro storie con il leader della Chiesa. Immagina la scena: un ragazzo gay che confessa al Papa di essere stato rifiutato, e Francesco che risponde con un gesto di misericordia assoluta. O due uomini sposati civilmente che ricevono parole di incoraggiamento direttamente dal Pontefice. Don Andrea, commosso da questi incontri, ha continuato la sua missione, creando persino uno sportello d’ascolto per offrire supporto psicologico e sanitario. Sarà questa la rivoluzione che tutti aspettavamo? Una fede che abbraccia davvero tutti, senza eccezioni?
-
Ultime Notizie Roma4 giorni fa
Ultimo concerto a Tor Vergata. Buone notizie per i fan del cantante
-
Cronaca2 giorni fa
Jovanotti avvia i dieci concerti romani al Palasport: dal palco un saluto per il Papa
-
Attualità2 giorni fa
È morto Papa Francesco
-
Attualità6 giorni fa
Inaugurato il nuovo tratto di ciclabile che porta a San Pietro, ma senza la presenza delle Autorità religiose. Foto