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Condanna a quattro anni di reclusione

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Condanna a quattro anni di reclusione

Il ventenne coinvolto nell’incidente mortale avvenuto a settembre 2023 su via Casilina, nella zona di Borgata Finocchio a Roma, è stato condannato a 4 anni di arresti domiciliari. L’accusa a suo carico era di omicidio stradale e mancato soccorso. Il giovane, senza patente e alla guida ad una velocità di 146 chilometri orari, aveva investito un ragazzo di tredici anni. La sentenza è stata emessa dal giudice in seguito a un processo che si è svolto con rito abbreviato, che di solito prevede una riduzione della pena in cambio della rinuncia al dibattimento completo.

Circostanze dell’incidente

Le indagini hanno dettagliato come il ventenne stesse guidando una Volkswagen Golf bianca, di proprietà di un’azienda connessa a Algero Corretini, famoso influencer noto come 1727Wrldstar, sebbene quest’ultimo sia del tutto estraneo alla vicenda. Il giovane, non in possesso di una patente, stava sfrecciando a una velocità di 146 km/h su una strada dove il limite consentito è di 50 km/h, quando ha investito il tredicenne. Dopo l’incidente, invece di fermarsi per prestare soccorso, è fuggito accelerando ulteriormente.

Immagini e dinamica dei fatti

Accusato di non aver visto la vittima attraversare, il ventenne si è costituito solo il giorno seguente, sostenendo di non aver potuto frenare in tempo. Tuttavia, la sua versione è stata confutata dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Le immagini hanno dimostrato che il tredicenne, accompagnato dal padre, aveva attraversato la strada in maniera prudente e conforme alle regole del traffico. Un mese dopo l’evento fatale, le prove raccolte hanno portato all’arresto del giovane, incrinando ulteriormente la sua posizione nel processo.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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