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Creano un clima di ostracismo attorno a noi

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Creano un clima di ostracismo attorno a noi

Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

“Clima di caccia alle streghe nei nostri confronti”, è quanto denuncia la famiglia Mottola con il professor Carmelo Lavorino, portavoce e coordinatore del pool di difesa dei tre. La famiglia Mottola si trova a fronteggiare un’ondata di polemiche in seguito al loro coinvolgimento, e successiva assoluzione, nel caso dell’omicidio di Serena Mollicone. Questo delitto, avvenuto nel piccolo comune di Arce, ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana e continua a suscitare dibattiti accesi e accuse tra vari attori sociali e legali.

Il frontman dei Sud Sound System a processo

L’udienza contro Nandu Popu, nome d’arte di Fernando Blasi, frontman dei Sud Sound System, è stata rinviata al prossimo 12 novembre. Blasi è accusato di diffamazione per aver insultato pubblicamente la famiglia Mottola, nonostante una sentenza di assoluzione. L’accusa si basa su dichiarazioni fatte durante il GallinaRock, in cui Blasi avrebbe espresso offese contro i Mottola. La famiglia, tramite i propri avvocati, sottolinea come queste diffamazioni contribuiscano a un “clima di caccia alle streghe” nei loro confronti.

Serena Mollicone uccisa ad Arce

I giudici hanno assolto la famiglia Mottola, ma il caso continua a suscitare reazioni violente da parte di alcuni segmenti della popolazione. Dopo la sentenza d’assoluzione, ci sono stati episodi di insulti e minacce contro i Mottola e i loro difensori. La nota rilasciata dalla famiglia e dai loro legali denuncia la creazione di un clima di violenza e intolleranza costruito ad arte. La loro richiesta di giustizia si dirige verso chi ha orchestrato questa campagna denigratoria, invocando azioni di risarcimento civile per i danni subiti.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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