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Dichiarazioni di abuso e minacce

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Dichiarazioni di abuso e minacce

La donna è un’ex componente della banda, che non riusciva a uscirne. Dopo aver subito una violenza sessuale ed essere stata minacciata di morte, ha deciso di collaborare con la Polizia. Questa collaborazione è stata determinante per l’arresto dei tre uomini accusati dell’omicidio di Cristiano Molè e della gambizzazione di Massimiliano Pacchiarotti.

Arrestati i presunti responsabili

È stata una donna a incastrare Manuel Severa, Marco Casamatta e Simone Di Matteo, i tre ritenuti responsabili dell’omicidio di Cristiano Molè. Conosciuti nel quartiere del Trullo e Corviale, fanno parte di un gruppo criminale noto per l’uso della violenza. La donna, costretta a collaborare per timore di ritorsioni sulla sua vita e quella dei figli, è stata fondamentale nel fornire informazioni chiave alle autorità.

La testimonianza della donna

La donna ha raccontato di essere stata inserita nel giro del gruppo criminale dopo aver chiesto aiuto per recuperare dei soldi. “Mi rivolsi a Manuel Severa”, ha dichiarato. Da quel momento, le minacce e la pressione la costrinsero a rimanere nell’ambiente, fino alla scelta di collaborare con la Polizia. Durante il periodo nel gruppo, subì una violenza sessuale da parte di Simone Di Matteo, che le intimò il silenzio. Di Matteo è stato arrestato mentre cenava in un ristorante a Cerveteri.

L’agguato a Cristiano Molè

Cristiano Molè, trentatré anni e già noto alle forze dell’ordine, è stato ucciso in un agguato mafioso il 15 gennaio 2014. Seduto nella sua auto a largo Odoardo Tabacchi, venne raggiunto da diversi colpi di pistola. Pacchiarotti, amico presente con lui, fu gravemente ferito ma sopravvisse. L’omicidio è stato pianificato da Severa, mentre Casamatta e Di Matteo avrebbero compiuto materialmente l’atto. Adesso, tutti e tre si trovano in carcere.

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Vicepreside organizza gite discutibili con studentesse bendate e giochi in bikini, finisce in manette per abusi sessuali

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Vicepreside organizza gite discutibili con studentesse bendate e giochi in bikini, finisce in manette per abusi sessuali

HaiMaiSentitoQuestaStoria? Studentesse bendate e giochi in bikini durante gite scolastiche organizzate da un vicepreside: scopri i dettagli di uno scandalo che sta facendo impazzire i social! #VicepresideArrestato #GiteScolasticheSospirose #ScuolaSconvolta

Una vicenda che ha catturato l’attenzione di tutti, con rivelazioni che lasciano senza fiato, coinvolge un vicepreside di una scuola romana accusato di aver trasformato semplici gite scolastiche in eventi controversi. Immagina il brivido di una giornata lontana dai banchi, ma con un twist inaspettato che ha portato a un arresto per presunti abusi: è questo il caso che sta facendo discutere l’Italia intera.

Le gite al centro dello scandalo

Le uscite scolastiche, pensate per essere esperienze educative e divertenti, si sono trasformate in qualcosa di tutt’altro, con accuse che parlano di ‘studentesse bendate e giochi in bikini’. Fonti anonime hanno descritto momenti che hanno alzato più di un sopracciglio, lasciando la comunità scolastica in stato di shock e curiosità.

L’arresto e le reazioni

Le autorità sono intervenute con un’azione rapida, portando all’arresto del vicepreside per ‘violenza sessuale’, un fatto che ha generato ondate di indignazione online. Mentre le indagini proseguono, molti si chiedono come eventi del genere possano accadere in ambienti che dovrebbero essere sicuri.

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Conoscono in chat, primo appuntamento sfocia in stupro e ricatto: Se vuoi tornare a casa, devi pagare

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Conoscono in chat, primo appuntamento sfocia in stupro e ricatto: Se vuoi tornare a casa, devi pagare

IncontriOnlineCheDiventanoIncubi #AmoreTrasformatoInTerrore Immaginate di scambiare messaggi con qualcuno in chat, con la promessa di un primo appuntamento romantico, solo per ritrovarvi intrappolati in una situazione da film dell’orrore. È ciò che è accaduto a una donna a Roma, dove un incontro virtuale si è trasformato in un dramma sconvolgente, attirando l’attenzione sulle insidie del mondo digitale.

L’Allarme dei Social

Le app di dating promettono connessioni facili, ma storie come questa ricordano quanto possano nascondere pericoli inaspettati. La vittima aveva conosciuto l’uomo online, scambiando chiacchiere innocenti che sembravano promettere una serata piacevole.

L’Incubo del Primo Incontro

Durante l’appuntamento, quello che doveva essere un momento di flirt si è capovolto in un atto di violenza brutale. La donna si è trovata di fronte a una realtà terrificante, con l’aggressore che ha imposto una condizione agghiacciante per lasciarla andare.

La Frase Che Congela il Sangue

‘Se vuoi tornare a casa, mi devi pagare’. Queste parole, pronunciate dall’uomo, hanno reso l’episodio ancora più scioccante, evidenziando l’urgenza di sensibilizzare sulle minacce nascoste dietro gli schermi. Le indagini sono in corso, e questa storia solleva domande inquietanti su come proteggere se stessi nel mondo degli appuntamenti virtuali.

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