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Disordini nel carcere di Regina Coeli, appiccato un incendio in cella e aggrediti tre detenuti

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Disordini nel carcere di Regina Coeli, appiccato un incendio in cella e aggrediti tre detenuti

Ancora disordini nel carcere di Regina Coeli, dove tre detenuti sono stati aggrediti e feriti con armi
rudimentali all’interno della terza sezione.

Ancora una volta si sono registrati disordini all’interno del carcere di Regina Coeli, a Roma. Nella giornata di oggi, sabato 2 novembre 2024, è scoppiata una rissa tra la popolazione detenuta: in tre sono stati aggrediti e feriti da altri con armi rudimentali. I fatti si sono svolti all’interno della terza sezione, dove la scorsa estate si sono già registrati altri disordini.

L’intervento degli agenti

A rendere noto quanto avvenuto, il Coordinatore Regionale FP CGIL Roma e Lazio Pierluigi Acunzo, con una nota. Non appena si sono resi conto di quanto stava avvenendo fra i detenuti, gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti all’interno della sezione. Sono stati loro stessi a mettersi d’impegno per spegnere un vasto incendio all’interno di una stanza di pernottamento causato dallo scoppio di bombolette incendiarie, mettendo a repentaglio la propria incolumità, come precisato dalla nota.

L’appello del sindacato

I fatti di oggi rappresentano un’ennesima occasione per lanciare un appello secondo il sindacato. Più volte, infatti, è stata segnalata alla Direzione dell’istituto lo stato di abbandono in cui opera il personale di polizia penitenziaria: “Gli agenti sono lasciati soli in balia totale di una parte di detenuti sempre più violenti ed indisturbati nell’agire – spiegano nella nota – Siamo allo stremo, tutti i giorni deve affrontare turni…

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

Fonte Verificata

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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