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Cronaca

L’Arco Sport Roma: crescita degli iscritti e atleti olimpici

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L’Arco Sport Roma: crescita degli iscritti e atleti olimpici

Il quartiere di Tor Tre Teste si conferma un polo di eccellenza per il tiro con l’arco, come dimostrato dai numeri della storica Arco Sport Roma. Nel 2025, la federazione del Coni ha premiato la società con la Stella di rubino per il maggior numero di tesserati in Italia: ben 300, suddivisi tra 170 master, 100 seniores e 30 iuniores.

Record di Successi e Formazione

Questi numeri si accompagnano a una storia di successi che risale a oltre quarant’anni fa. L’Arco Sport Roma ha conquistato 51 titoli italiani e ha fornito alla nazionale 15 atleti, molti dei quali hanno partecipato alle Olimpiadi. Sante Spigarelli, presidente della società e olimpionico plurimedagliato, ricorda come la loro avventura sia iniziata nel 1981: “Nel 1982 alla nostra neocostituita associazione sportiva venne data in concessione un’area che, oltre ad essere allora in aperta campagna, era la discarica dei cantieri del costruendo quartiere di Tor Tre Teste.”

Un Centro di Eccellenza

L’impianto di Tor Tre Teste, frutto di un lungo processo di recupero, è diventato un centro di riferimento non solo per il tiro olimpico, ma anche per altre discipline come il tiro storico e il Kyudo. Spigarelli sottolinea: “Il nostro impianto in 43 anni è divenuto per il Comune e per il Municipio un valido esempio di recupero ambientale.” La struttura offre anche attività accessibili a tutti, incluso il lancio dei coltelli e delle asce.

Inclusione e Accessibilità

Particolare attenzione è dedicata all’inclusione attraverso lo sport. Spigarelli afferma: “Il tiro con l’arco è uno sport per tutti e praticabile a tutte le età, da non vedenti e disabili sia fisici che mentali.” Inoltre, il nostro impianto è stato classificato come di interesse nazionale specialmente attrezzato per atleti disabili. Tuttavia, la sua collocazione rende difficile l’accesso con i mezzi pubblici, limitando la partecipazione dei giovani, ma l’associazione offre corsi aperti a tutti, facilitando l’accesso alla disciplina del tiro con l’arco.

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Prevenzione e salute del fegato: la Run for Liver torna a Roma per chi ha esagerato

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Prevenzione e salute del fegato: la Run for Liver torna a Roma per chi ha esagerato

ScopriComeUnaCorsaPotrebbeSalvareLaTuaVita #RunForLiver

Potresti non credere ai tuoi occhi: una semplice corsa nel cuore di Roma potrebbe essere l’arma segreta contro malattie pericolose, con controlli gratuiti che potrebbero rivelare sorprese inattese!

L’evento che unisce sport e salute

Preparati per una giornata elettrizzante a Villa Borghese, dove centinaia di persone si riuniranno per la settima edizione della Run for Liver. Organizzata dall’Unità Operativa Complessa di Medicina clinica ed Epatologia della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, questa iniziativa trasforma una passeggiata o una corsa in un’opportunità unica per promuovere la prevenzione delle patologie epatiche attraverso movimento e consapevolezza. Medici, infermieri e cittadini entusiasti si incontrano per un mix di fitness e scoperte sanitarie che potrebbero cambiare la tua routine quotidiana.

Controlli gratuiti e attività fisica da non perdere

Dalle 9:30 alle 10:30, il Parco dei Daini ospita una corsa non competitiva di 5 chilometri, seguita da una serie di controlli sanitari disponibili fino alle 13:30 presso il Poliambulatorio Campus Bio-Medico Porta Pinciana. Immagina di poter accedere a servizi esclusivi senza spendere un euro: elastometria epatica per valutare la salute del fegato, anamnesi cardiologica con elettrocardiogramma e referto medico, consulti nutrizionali personalizzati, consigli motori su misura e incontri in piccoli gruppi sul benessere psico-fisico. Ma attenzione, tutto è a posti limitati – potresti perderti l’occasione!

I numeri allarmanti delle malattie epatiche

E se ti dicessimo che l’attività fisica potrebbe prevenire il 90% dei casi di malattie epatiche? Giovanni Galati, epatologo e ideatore dell’evento, sottolinea come il fegato sia cruciale per il metabolismo e il sistema cardiovascolare, e come la sedentarietà sia un nemico invisibile. Secondo Antonio Picardi, direttore dell’Unità, la sindrome metabolica colpisce fino al 40% della popolazione, legata a stili di vita sbagliati. Nel mondo, oltre 1,5 miliardi di persone sono colpite, con 2 milioni di decessi all’anno – e in Italia, nel 2024, le vittime sono state 20.000. Numeri che fanno riflettere, non credi?

L’impegno per una vita sana e attiva

Ma c’è di più: la Run for Liver è molto più di un evento sportivo, come afferma Paolo Sormani, amministratore delegato del Policlinico. È un invito a riflettere sulla tua salute e a scoprire i benefici di uno stile di vita dinamico. L’iniziativa conclude la Settimana Sport, Arte, Scienza e Cultura del Campus Bio-Medico, coinvolgendo la comunità con attività che uniscono teatro, spiritualità e scienza – un mix irresistibile che potresti amare!

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Giada Crescenzi: la nuora di Stefania Camboni e il dramma dell’arresto per omicidio, tra appelli disperati su Facebook

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Giada Crescenzi: la nuora di Stefania Camboni e il dramma dell’arresto per omicidio, tra appelli disperati su Facebook

Hai sentito del drammatico omicidio a Fregene? Scopri i post di Facebook che potrebbero aver predetto la tragedia! #MisteroUccisioneFregene

L’Arresto Inaspettato

Giada Crescenzi, una 31enne in cerca di una nuova casa, è finita al centro di un caso scioccante. Solo due mesi fa, postava disperatamente su gruppi locali di Fiumicino, implorando aiuto per trovare un posto dove vivere a causa di una “situazione critica”. Ieri sera, però, è stata fermata per l’omicidio di Stefania Camboni, la madre del suo compagno, trovata senza vita nella villa di famiglia a Fregene dopo almeno 15 coltellate.

Chi è Giada Crescenzi

Giada Crescenzi era fidanzata con Francesco Violoni, figlio della vittima, dal 2023. Ma i rapporti familiari erano tesi fin dall’inizio, con Stefania Camboni che non approvava la relazione. Un’amica della vittima ha rivelato che Stefania temeva che Giada volesse “portarle via il figlio”. Questa tensione si è riflessa nei recenti post di Giada sui social, dove il 5 maggio scriveva di una “situazione tragica” e pochi giorni dopo supplicava: “Dormiamo pure per terra, basta una cucina e un bagno. Vi prego aiutateci!”

I Rapporti Familiari in Crisi

Lei e il compagno vivevano al primo piano della villa di via Santa Teresa di Gallura, ma la convivenza era tutt’altro che pacifica. Stefania Camboni aveva condiviso parole criptiche prima della tragedia: “Quando cercate di ferirmi, ricordatevi che ho visto chiudere una bara con la persona più importante della mia vita”. Gli inquirenti sospettano che quella sera Giada fosse in casa, ma lei afferma di non aver sentito nulla, grazie a tappi per le orecchie e a un sonnifero blando. Cosa nasconde questa storia? Un dramma familiare che potrebbe sorprenderti!

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