Cronaca
Salvataggio delle botteghe storiche: abbiamo vestito Hollywood, ora ci serve ossigeno sul serio.

A Roma, tra turisti “mordi e fuggi” che preferiscono i souvenir cinesi al vero artigianato, Olimpia Bazzocchi combatte per salvare la sua camiceria storica dal 1907, con clienti leggendari come Burt Lancaster e re Faruk – un pezzo di Roma che resiste alla globalizzazione! #BottegheStoriche #ArtigianatoVero #RomaRibelle
L’Eredità Familiare
Olimpia Bazzocchi rappresenta la terza generazione della “Camiceria Bazzocchi” su via del Tritone, 141, un’istituzione aperta nel 1907 dal nonno Roberto. Questa bottega, una delle poche decine di eccellenze storiche a Roma, somiglia a una scatola di legno d’altri tempi, con insegne antiche che sfidano l’omologazione moderna. Olimpia, con orgoglio, racconta come sua madre andasse da Burt Lancaster per prendere le misure di camicie con colletti speciali, servendo anche star come Gino Bramieri e Renato Carosone.Clienti Celebri e Aneddoti Irriverenti
Tra i clienti, non solo celebrità di Hollywood o re d’Egitto, ma un mix che fa invidia ai tempi d’oro. Olimpia sottolinea il “taglio perfetto” e le “confezioni sollecite” che hanno reso la bottega un’icona. Eppure, con un tono un po’ sarcastico, ammette: “I turisti di oggi? Vengono, scattano foto e scappano, senza apprezzare l’artigianato italiano vero – come se una camicia su misura fosse solo un gadget per Instagram!”
Le Sfide del Presente
Non è facile sopravvivere in una via trafficata come via del Tritone, soprattutto dopo il Covid. Olimpia nota una ripresa iniziale nelle vendite, ma ora è tutto bloccato: “I turisti ci sono, ma sono del tipo ‘mordi e fuggi’, non come quelli di una volta che investivano in qualità”. Le vetrine sfoggiano camicie su misura, cravatte ricamate a mano e bottoni esclusivi, tutti fatti da artigiani italiani. Olimpia ha combattuto battaglie epiche, come quando l’ex sindaco Francesco Rutelli salvò la loro insegna storica dai vigili troppo zelanti, che la volevano rimuovere per mancanza di documenti – un’assurdità burocratica tipica di Roma!
Progetti per il Futuro
Olimpia è pronta a sfruttare il piano tra Regione e Comune per aiutare le botteghe storiche, definendolo “una boccata d’ossigeno per non sparire”. Sogna di valorizzare questi tesori culturali con tour turistici dedicati, ma esclude costose ristrutturazioni: “Siamo una scatola di legno perfetta così, non ha senso trasformarla in un moderno baraccone”. Ha persino dovuto rifare la targa di “bottega storica” dopo un furto, esponendola ora in vetrina per sicurezza – un promemoria che a Roma, anche le tradizioni hanno bisogno di protezione.
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Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
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L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma
Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.
La Testimonianza della Mamma Terrorizzata
Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.L’Aggressione e il Momento di Paura
Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.
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