Cronaca
Boss Doms sbarca a Room26: un evento da non perdere

Preparati a un weekend di vibrazioni elettrizzanti che trasformeranno Roma in una pista da ballo impazzita: scopri cosa sta per succedere al Room26! #MusicaElettronica #Room26 #BossDoms
L’Evento Imperdibile
Al Room26, il tempio romano adorato dai clubbers, si preannuncia un fine settimana di pura energia elettronica che ti farà vibrare fino all’alba. Venerdì 16 maggio, Boss Doms, l’idolo delle notti romane, salirà in consolle per un set mozzafiato insieme a Fabio Angeli e Mattia Olivi – preparati a good vibes che potrebbero diventare virali! Il giorno dopo, sabato 17, Miki Stentella incendierà la serata con ritmi house che non potrai smettere di condividere.Chi è il Fenomeno Boss Doms?
Ti sei mai chiesto come un DJ possa unire rap, samba ed elettronica in un mix irresistibile? Lui è Edoardo Manozzi, meglio noto come Boss Doms, un talento romano del 1988 che ha conquistato il mondo della musica con la sua versatilità da polistrumentista. Tutto è iniziato a soli dieci anni con una chitarra in mano, e da lì, la sua passione lo ha portato a esplorare generi che ti faranno dire: “Come fa a essere così creativo?”.
Le Collaborazioni che Ti Lasceranno a Bocca Aperta
Immagina di collaborare con star come Achille Lauro fin dall’infanzia, culminando in hit come “Me ne frego”, “Cenerentola” e “Rolls Royce” – e non solo! Boss Doms ha incantato la sfilata di Gucci alla Milan Fashion Week 2021 e ha sfidato se stesso in TV con Pechino Express. Le sue partnership con Gemitaiz, Marracash, Coez e altri big del rap e dell’elettronica sono leggendarie, a partire dal debutto con “Dustep” nel 2011 e l’album “Marco Bello & Fried Chicken”. E se pensavi che si fosse fermato lì, aspetta di scoprire i suoi recenti singoli solisti come “I Want More” e i remix di hit globali come “Back to My Bed” e “Lovelife” – roba che potrebbe diventare la tua nuova ossessione!
Cronaca
Amianto: l’operaio sconfigge l’Inps in tribunale, ma la burocrazia lo fa fuori prima della pensione

AmiantoUccide: Un operaio lotta per la giustizia contro un nemico invisibile, ma il tempo gli sfugge via! Scopri i dettagli di questa storia drammatica che ti lascerà senza parole #GiustiziaPostuma #SaluteLavoro
La Tragica Fine di un Lavoratore Dimenticato
Un operaio di 64 anni, impiegato presso lo stabilimento Colgate-Palmolive di Anzio, è deceduto a causa di gravi malattie polmonarie causate da anni di esposizione all’amianto. Originario di Nettuno, aveva iniziato a lavorare nello stabilimento nel 1988 come addetto alla manutenzione e carrellista, per poi ricoprire diversi ruoli fino al 2010. Immagina la sorpresa quando, dopo una lunga battaglia, ha finalmente ottenuto il riconoscimento dei benefici previdenziali, ma è scomparso prima di poter godere di un meritato pensionamento anticipato.
La Lotta Legale che Ha Cambiato Tutto
Inizialmente, il Tribunale di Velletri aveva respinto la sua richiesta di benefici, nonostante una consulenza medica che confermava il legame tra la sua broncopatia e l’esposizione professionale all’amianto. Ma ecco il colpo di scena: il ricorso alla Corte d’Appello di Roma ha ribaltato la situazione, condannando l’Inps a riconoscere 14 anni di esposizione e ad accreditare le maggiorazioni contributive. Questa vittoria avrebbe potuto cambiare la sua vita, ma purtroppo è arrivata troppo tardi, trasformando il caso in un esempio emblematico di “giustizia postuma”.
Le Parole di Chi Ha Combattuto al Suo Fianco
L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, ha guidato questa battaglia legale e non nasconde la sua amarezza. “Una sentenza di grande rilievo, ma oscurata dalla morte del lavoratore”, ha dichiarato, sottolineando come i ritardi di Inps e Inail abbiano peggiorato le cose. Ora, l’azione continua a favore della vedova, che potrebbe ottenere un aumento della pensione e un risarcimento. Bonanni lancia un appello accorato: “Basta inerzia, bonifichiamo i siti contaminati prima che altre vite siano a rischio – ogni fibra inalata potrebbe essere fatale!”
Cronaca
La strana coincidenza dell’uovo schiuduto durante l’elezione di Leone XIV

AvvoltoioPapaMistero Al Bioparco di Roma, un raro avvoltoio papa ha fatto la sua comparsa in un giorno carico di coincidenze che sembrano uscite da una storia incredibile! #NaturaStraordinaria
È un evento che ha lasciato tutti senza fiato: per la prima volta, al Bioparco di Roma è nato un esemplare di avvoltoio papa, una specie rara e affascinante. L’uovo si è schiuso proprio l’8 maggio, lo stesso giorno della proclamazione di Papa Leone XIV, e questa creatura alata è diffusa anche in Perù, dove il Pontefice ha trascorso oltre vent’anni. Chissà se è solo una coincidenza o c’è un legame misterioso tra fede e natura?
Perché si chiama così
Ti sei mai chiesto perché questo rapace porta un nome così singolare? L’avvoltoio papa deve il suo soprannome ai colori delle sue piume, che ricordano le vesti papali, e viene anche chiamato avvoltoio reale. Originario dell’America Centrale e Meridionale, questo grande uccello è un vero enigma della natura. Attualmente, il pulcino è ospitato in un’area protetta non accessibile al pubblico, dove sta bene e viene accudito dai guardiani del reparto uccelli. Per ora, il suo sesso rimane un segreto!Diffuso soprattutto in America del Sud, l’avvoltoio papa è monogamo e la femmina depone un solo uovo in crepe o cavità degli alberi. Entrambi i genitori si occupano della cova e nutrono il piccolo con cibo rigurgitato, creando un legame familiare che sembra uscito da un documentario mozzafiato.
L’abbandono da parte dei genitori
E se ti dicessimo che questo pulcino è sopravvissuto contro ogni probabilità? A volte, senza ragioni chiare, i genitori abbandonano l’uovo, come è accaduto in questo caso. La presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Paola Palanza, spiega che i keeper hanno notato la situazione e hanno trasferito l’uovo in un’incubatrice per salvarlo.
Dopo ben 54 giorni di attento monitoraggio, l’uovo si è schiuso con successo. Per evitare che il piccolo si impronti sugli umani e preservi la sua identità di specie, i guardiani seguono un protocollo rigoroso: usano un pupazzo a forma di avvoltoio papa per alimentarlo e circondano l’animale con foto dei genitori. Un tocco di genialità che rende questa storia ancora più intrigante!
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