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Ilaria Cucchi sui carabinieri: “Io non accuso. Infangati da chi sbaglia”

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Ilaria Cucchi sui carabinieri: “Io non accuso. Infangati da chi sbaglia”

Ilaria Cucchi sui carabinieri. In una lunga intervista rilasciata a Mara Venier a Domenica In la sorella di Stefano chiarisce la sua posizione sui carabinieri a processo, dopo la svolta fornita da uno di loro, Francesco Tedesco, che ha accusato gli altri due colleghi imputati come lui per omicidio preterintenzionale di essere gli autori del pestaggio.

Ilaria Cucchi sui carabinieri: “Alcune persone sentono l’esigenza di difendere l’Arma dei carabinieri ma qui nessuno ha accusato l’Arma ma singole persone. So perfettamente che la maggior parte di coloro che indossano la divisa sono persone perbene che compiono il loro dovere e lo fanno per noi. Però diventa un problema serio se i carabinieri che vengono a testimoniare hanno paura di dire la verità, anche perché vediamo il trattamento riservato a Riccardo Casamassima, il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha permesso la riapertura delle indagini e il nuovo processo. Capisco chi ha paura a parlare, è un problema serio. Questo infanga l’onore della divisa, chi non rispetta la divisa è chi sbaglia”.

Sull’invito di Matteo Salvini al Viminale: “Molte dichiarazioni degli ultimi giorni sono significative. Credo che la mia famiglia per prima cosa meriti delle scuse perché oggi conosciamo la verità. Siamo stati lasciati soli, però non abbiamo mai mollato. Stefano era un ultimo ed è morto da ultimo ma i diritti non sono mai sacrificabili”.

Sul fratello: “Era bello dentro, aveva sempre un sorriso e una battuta. Mi ripeteva, ‘Ila’ sei felice?'”.

Nell’adolescenza il problema della tossicodipendenza: “Io ero la più critica con lui. Ero l’amica ma anche la sua peggior nemica”.

La lotta per avere giustizia: “Nove anni sono tanti ma per noi la verità era già chiara quel 22 ottobre. Davanti al corpo di mio fratello mi venne in mente Federico Aldrovandi e chiamai l’avvocato Anselmo. Lui mi disse scatti le foto all’obitorio, all’autopsia”.

“SULLA MIA PELLE”, IL FILM SUL CASO CUCCHI

Le foto con il corpo e il volto martoriato come evocato anche nel film: “Oggi sappiamo che quel pestaggio vi fu perché Stefano rifiutò il fotosegnalamento. Nove anni fa ci dicevano altro. Allora dicevano che non era stato fatto perché Stefano non voleva sporcarsi le mani per prendere le impronte digitali. Il carabiniere Roberto Mandolini disse in aula che era andato tutto bene, era tranquillo, anche simpatico per la sua parlata romana. Ora è emersa la verità: chi in aula giurò e disse il falso ora è imputato. Sono loro i responsabili di tutta questa perdita di tempo per la ricerca della verità, di 6 anni di processi sbagliati”.

Perché non è stato curato domanda la Venier: “Perché era un ultimo, vittima del pregiudizio. Il giudice non ha saputo guardare oltre il pregiudizio: 140 pubblici ufficiali in 6 giorni non hanno visto oltre. Non hanno visto un detenuto come persona”.

E poi il momento choc per la famiglia, arrivato dopo i vani tentativi di riuscire a mettersi in contatto con Stefano, ricoverato in ospedale: “Abbiamo saputo della sua morte quando è arrivato a casa il decreto di notifica di autopsia. In pratica ai miei genitori è stato detto guardate che vostro figlio a breve verrà sezionato”.

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Mucca precipita nel Tevere e viene salvata dai vigili del fuoco

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Mucca precipita nel Tevere e viene salvata dai vigili del fuoco

MuccaCadutaNelTevere Hai mai sentito di una mucca che sfida le correnti del fiume e viene salvata in extremis? Scopri i dettagli di questo salvataggio epico!

L’allarme improvviso

Immagina la scena: un tranquillo lunedì pomeriggio, quando all’improvviso una mucca finisce nel fiume Tevere, scatenando un intervento d’emergenza che ha lasciato tutti senza fiato. I vigili del fuoco di Ostia sono stati allertati alle 15, pronti a tuffarsi in azione per salvare questa inaspettata vittima delle acque.

Il salvataggio mozzafiato

Con l’aiuto esperto dei sommozzatori, il team ha localizzato il bovino nella zona di Dragona e lo ha recuperato vicino a via Sarnico. Incredibilmente, l’animale è stato trovato ancora vivo e in ottime condizioni, trasformando quella che poteva essere una tragedia in una storia di coraggio e fortuna da non perdere!

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A Roma, il furto astuto di una borsa da 800 euro: il ruolo inaspettato di una distrazione con un passeggino

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A Roma, il furto astuto di una borsa da 800 euro: il ruolo inaspettato di una distrazione con un passeggino

Hai mai immaginato che un semplice atto di gentilezza in un parco possa trasformarsi in un furto scioccante? #FurtoARoma #ParcoMisterioso

Un Incontro Inaspettato nel Parco

Al parco di Colle Oppio, nel cuore di Roma, una tranquilla giornata di sole si è trasformata in un’avventura da brivido. Claudia G., una residente di via Merulana, aveva deciso di fare una breve sosta su una panchina per godersi il clima primaverile dopo una mattinata di commissioni. Ma quello che sembrava un momento di relax si è rivelato l’inizio di una storia che lascia tutti con il fiato sospeso.

La Truffa e il Rapimento della Borsa

Mentre Claudia era seduta, una donna di origini straniere si è avvicinata con un passeggino, raccontando della sua vita difficile e chiedendo aiuto per il suo bambino di un anno e mezzo. Con cuore generoso, Claudia le ha dato 5 euro e ha iniziato a chiacchierare, distratta dalle parole della sconosciuta. Ma in un batter d’occhio, la donna è scomparsa, e con lei la borsa di Claudia, del valore di circa 800 euro. All’interno c’erano 80 euro in contanti, le chiavi di casa e dell’auto, e altri oggetti personali. Claudia ora sospetta che fosse tutto un piano per distrarla, con un possibile complice in agguato.

Le Riflessioni della Vittima

Claudia non può fare a meno di ripensare a quell’incontro, chiedendosi se il bambino fosse coinvolto in qualche modo in questa trama ingegnosa. “Mi dispiace per la borsa, l’avevo appena comprata, e ho sbagliato a fidarmi così tanto”, ha confessato, evidenziando come in questi tempi non si possa più abbassare la guardia. La sua storia solleva interrogativi su quanti altri casi come questo possano esserci, alimentando la curiosità su come un gesto di solidarietà possa nascondere un inganno diabolico.

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