Cronaca
ROMA Sigilli ad un bar in zona Giustiniana: il motivo

ROMA Sigilli ad un bar in zona Giustiniana: il motivo.
ROMA Sigilli ad un bar in zona Giustiniana. Il provvedimento è stato eseguito lunedi’ scorso dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Flaminio Nuovo, diretto da Erminio Fiore. Emanato dal Questore, prevede la sospensione per 15 giorni della licenza di bar e sala giochi con conseguente chiusura dell’esercizio. Che, oltre ad essere abituale ritrovo di pregiudicati, era stato teatro, lo scorso 8 dicembre di un gravissimo episodio con protagonista il suo titolare, insieme al suocero ed ad altri tre soggetti.
Costoro, dopo aver chiuso le porte del locale, si erano scagliati, colpendoli violentemente con mazze di ferro e bastoni di legno, su due avventori, rei, a loro dire, di aver provato a manomettere le slot machines del bar. Dopo il pestaggio, le vittime erano state inoltre rapinate dai cinque soggetti dei giubbotti e dei portafogli. Pur con gravi lesioni, i due clienti erano riusciti comunque a fuggire e ad allertare le forze dell’ordine, intervenute immediatamente per arrestare il titolare del bar e il suocero. Grazie ai successivi ulteriori accertamenti, gli investigatori avevano poi individuato anche gli altri tre aggressori, tutti già noti alla Polizia. Anche questi ultimi sono stati trasportati dapprima in carcere e poi agli arresti domiciliari, su del Gip del Tribunale di Roma, con l’accusa di tentato omicidio e rapina in concorso.
Dalle indagini il fatto criminoso è stato ipotizzato frutto di una chiara premeditazione: il gestore, dopo aver allertato i tre complici, ha deciso insieme a loro e al suocero, di dare una lezione ai due avventori, ritenuti colpevoli di sottrarre denaro dagli apparecchi da gioco. Successivi controlli amministrativi, svolti nelle giornate del 25 febbraio, 1 e 14 marzo, hanno accertato che spesso nel bar si ritrovavano persone, tra cui lo stesso fratello del titolare, con precedenti penali anche gravi.
Tali elementi hanno portato il Questore a emettere il provvedimento di chiusura del bar per 15 giorni, non solo come sanzione della soggettiva condotta del gestore del pubblico esercizio, che ha generato condizioni potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, ma anche impedire il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale, dissuadendone soggetti ritenuti pericolosi. Privati di un luogo di abituale aggregazione, costoro sono avvertiti che la loro presenza in detto luogo e’ oggetto di attenzione da parte delle autorita’ preposte.
Il provvedimento giunge nell’ambito dei controlli più intensi che il neo questore di Roma, Carmine Esposito, ha disposto di svolgere capillarmente sul territorio della Capitale e della Provincia, in special modo, su esercizi pubblici quali discoteche, bar, sale gioco e attivita’ ricettive, al fine di tutelare la sicurezza e combattere il fenomeno dell’abusivismo. Dall’inizio dell’anno sono stati emessi, oltre a numerose sanzioni amministrative e denunce all’autorita’ giudiziaria, il 45 provvedimenti in base all’art. 100 Tulps e 22 a carico di strutture ricettive (tra cui 10 con la chiusura dell’attivita’ e 12 di sospensione della licenza), 19 a carico di bar (di cui 18 di sospensione dell’attivita’ e 1 per definitiva chiusura) e 4 di sospensione della licenza a carico di discoteche.
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Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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