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Cronaca

Un anno senza Astori — Storia di un marinaio diventato Capitano

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Un anno senza Astori — Storia di un marinaio diventato Capitano

Un anno senza Astori — Il 4 marzo scorso l’addio all’ex Capitano viola

Un anno senza Astori — Era il 4 marzo 2018: l’ex capitano viola sarebbe dovuto scendere in campo insieme ai suoi compagni contro l’Udinese. Davide, però, alla Dacia Arena non è mai arrivato. Il suo cuore ha smesso di battere prima del tempo. Allo stato attuale sarebbe lecito considerare superflua una riflessione sul tempo, ma la stessa risulta doverosa. Il tempo ha dato a Davide la possibilità di coronare il suo sogno: dare calci a un pallone. Il sogno, dopo anni nel settore giovanile del Milan, comincia nella stagione 2006-2007, quando Astori esordisce tra i professionisti con indosso la maglia del Pizzighettone, a 90 chilometri da casa sua. Nell’annata successiva Davide si trasferisce alla Cremonese, nuovamente in C1, fallendo per un soffio l’obiettivo promozione in B. Astori però è un difensore promettente, e in Serie A qualcuno lo ha già capito, così l’anno successivo passa al Cagliari, dove resterà per sei stagioni collezionando 174 presenze e 3 reti. Nel marzo 2011 arriva la prima presenza in nazionale, nell’amichevole di Kiev contro l’Ucraina. Nell’occasione Astori entrò in campo al minuto 17, rimediando un cartellino giallo dopo appena un minuto. Al 74′ scattò, per doppia ammonizione, l’espulsione per l’allora centrale del Cagliari.

Frustrazione, demotivazione? Neanche per sogno. Davide è giovane, ma lotta, attende, impara e cresce. Cresce fino a diventare un’icona del club rossoblu, che a malincuore lo cede alla Roma nel luglio 2014. In giallorosso calca per la prima volta i campi europei, esordendo in Champions League nel settembre dello stesso anno, in occasione del roboante 5-1 rifilato al Cska Mosca. Con la maglia della Roma disputa 30 presenze complessive condite dal gol vittoria contro l’Udinese. A Trigoria rimane appena un anno: la stagione successiva segna la svolta della sua carriera. Nel luglio del 2015 la Fiorentina lo acquista dal club capitolino con l’intenzione di farne un’icona del club. Nei primi due anni in viola Davide colleziona 82 presenze realizzando due gol ed entrando gradualmente nel cuore dei tifosi gigliati. La fascia da capitano arriva al termine della stagione 2016-2017, quando Gonzalo Rodriguez lascia Firenze. Dopo appena due stagioni in viola Davide viene dunque nominato capitano, ereditando quella fascia già indossata da gente del calibro di Antognoni, Batistuta, Rui Costa. Con la fascia al braccio Astori assume un ruolo delicato: istruire, imporsi come esempio da seguire, rimproverare, suonare la carica e motivare nei momenti bui. Al Bentegodi, contro l’Hellas Verona, sigla quello che sarebbe stato il suo ultimo gol in carriera, datato 10 settembre 2017. Questo l’excursus sulla carriera di Astori (una carriera portata avanti all’insegna del rispetto, dell’umiltà e di una professionalità meno comune di quanto si possa pensare), che un anno fa sarebbe dovuto scendere in campo alla Dacia Arena. Il suo cuore però ha smesso di battere prima del tempo. Il tempo ha concesso a Davide la possibilità di coronare un sogno, di imporsi sotto l’aspetto atletico, di imporsi sotto l’aspetto umano. Il tempo però non segue dinamiche precise, parte, procede, si ferma. Talvolta si ferma prima della norma. Ancora più superfluo risulterebbe chiedersi cos’è la norma. Che si tratti del concetto di normalità che un padre insegna a un figlio o che si tratti del regolare scorrere di una vita, la norma, nella fattispecie, consisteva nel vedere Davide Astori scendere in campo con la fascia da capitano della Fiorentina. La norma però diventa tale dopo aver abituato le coscienze e l’opinione pubblica a un determinato standard. Rimanendo inchiodati allo standard, risulterebbe dunque fuori luogo considerare norma la fascia da capitano sul braccio di un giocatore che la indossava da appena 6 mesi. Non per Davide Astori, lui era l’eccezione: la sua è stata la storia di un orologio che ha corso più veloce del tempo, di un ragazzo di paese che ha bruciato le tappe, di un marinaio diventato Capitano.

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Cronaca

Inseguimento e minacce: 44enne arrestato per tentato rapimento di una bambina

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Inseguimento e minacce: 44enne arrestato per tentato rapimento di una bambina

Roma, 27 luglio – Un episodio drammatico ha scosso le vie nei pressi di Piazzale della Radio, dove un uomo di 44 anni, di origine rumena, senza fissa dimora e con precedenti penali, è stato arrestato per tentato sequestro di persona. L’uomo, in stato di ebbrezza, ha tentato di sottrarre una bambina di 7 anni dalle mani della madre durante una passeggiata serale.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile, intervenuti dopo diverse chiamate al 112, il 44enne è riuscito a strappare per qualche istante la bambina alla madre, che però è riuscita a rifugiarsi con la figlia in un negozio vicino. L’uomo, non soddisfatto, ha inseguito madre e figlia minacciandole con una bottiglia rotta.

Grazie al tempestivo intervento di alcuni passanti e del padre della bambina, l’uomo è stato bloccato e trattenuto fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Dopo aver raccolto le testimonianze e la denuncia dei genitori, i Carabinieri hanno arrestato il 44enne, che è stato condotto in caserma in attesa del rito direttissimo.

Il tribunale di Roma ha convalidato l’arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere in attesa del processo. Le autorità hanno sottolineato la gravità dell’episodio e la necessità di tutela per i minori.

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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