Cronaca
Turista pestata a Campo de Fiori: 21enne fermato dai Carabinieri
Turista pestata a Campo de Fiori. Violenza inaudita tra le strade della movida romana

Turista pestata a Campo de Fiori. Un episodio davvero orribile quello che si è consumato ieri, quando la sera sulla zona del pieno centro della Capitale era calata da un pezzo. Vittima una ragazza norvegese, in vacanza in città. All’origine di tutto, a quanto pare, un due di picche rifilato ad un ragazzo che stava provando a corteggiarla. Quest’ultimo è stato bloccato in pochi minuti dalle forze dell’ordine, prontamente intervenute sul posto dopo l’allarme lanciato dalla turista. Stando alle prime ricostruzioni, l’aggressore le si sarebbe avvicinato tentando un approccio amoroso.
TURISTA PESTATA A CAMPO DE FIORI: 21ENNE IN MANETTE
La ragazza non avrebbe però accettato di contraccambiare, facendogli segno di allontanarsi. Una circostanza che avrebbe scatenato la violenta reazione del 21enne: la ragazza sarebbe infatti stata picchiata brutalmente, procurandosi la rottura del setto nasale. L’aggressore si sarebbe fermato solo dopo averla vista in terra priva di sensi. Trasportata in ospedale, ha ricevuto dai medici, in base alle ferite subite, una prognosi di trenta giorni. Il 21enne è stato invece intercettato e arrestato poco distante dal teatro del pestaggio. Dovrà ora rispondere di lesioni gravi.
Attualità
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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