Attualità
Migranti a Roma, in arrivo carico di rifugiati dall’Etiopia
Migranti a Roma, l’iniziativa di concerto tra Comunità di Sant’Egidio, Cei e Governo

Migranti a Roma. Il loro sbarco è previsto per mercoledì prossimo 26 aprile, presso l’aeroporto di Fiumicino. 67 rifugiati, originari del Corno d’Africa e che giungeranno nella Capitale con un volo proveniente dall’Etiopia. L’iniziativa è stata resa possibile dall’apertura dei Corridoi Umanitari con il paese del continente nero. Decisiva, in tal senso, è stata la ratifica del terzo Protocollo d’Intesa, in virtù della firma delle parti in causa. Ovvero, Comunità di Sant’Egidio, Caritas (per conto della Conferenza Episcopale italiana) e Governo italiano.
I 67, cittadini eritrei e del sud Sudan, arriveranno con il velivolo della Ethiopian Airlines in partenza dall’aeroporto di Addis Abeba. Una volta in Italia, la maggior parte di essi troverà ospitalità presso parenti, in modo da favorirne e velocizzarne l’integrazione nel nostro paese. Quanto invece alle famiglie, saranno accolte in varie regioni italiane, tra cui anche il Lazio, e anch’essi avviati verso l’integrazione. Per i minori infatti è prevista l’iscrizione a scuola. Mentre agli adulti verrà insegnato l’italiano e, una volta divenuti rifugiati, entreranno nel mondo del lavoro.
L’intervento rientra nell’ambito di un progetto del tutto pagato dalla Cei, attraverso i fondi dell’8×1000. A questi ultimi si sono aggiunti quelli raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio. In più, hanno contribuito tanti cittadini generosi, che hanno messo a disposizione volontariamente le proprie abitazioni e la loro attività, prestata in maniera totalmente gratuita.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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