Cronaca
Esplosione nel centro migranti, le indagini vertono su accuse pesantissime

Esplosione nel centro migranti, entra nel vivo il lavoro degli inquirenti. Che nei prossimi giorni ascolteranno gli ospiti della struttura di San Lorenzo Nuovo, nel Viterbese. Dai loro racconti sperano di trarre elementi importanti soprattutto in merito alle cause della devastante deflagrazione. Ad occuparsi degli accertamenti sono i Carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo. Al momento dello scoppio, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, nel centro alloggiavano 31 persone, tra cui anche minorenni.
Tutte sarebbero rimaste ferite e immediatamente trasportate dai soccorritori negli ospedali della zona. Quelli in condizioni più gravi sono attualmente ricoverati a Roma. Tra essi, quattro al Sant’Eugenio, presso il Centro ‘grandi ustionati’. Avrebbero riportato bruciature di varia entità e al momento la loro prognosi non è ancora stata sciolta. Altri tre invece al Policlinico Gemelli. Per la precisione, una donna, finita in terapia intensiva, e un uomo e un ragazzo, entrambi sotto osservazione.
Sull’episodio sta indagando la Procura del capoluogo della Tuscia, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. Il reato ipotizzato sarebbe di disastro colposo. Proprio la pm, Paola Conti, ieri ha ispezionato il luogo dell’esplosione. Al cui interno, secondo il gestore, non ci sarebbero state utenze di gas ma solo elettriche. Stabilire cosa abbia causato la deflagrazione toccherà ora ai periti, la cui nomina è prevista per la prossima settimana.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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