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Stipendi, taglio Irpef anche nel 2025? Il Governo trova il ‘tesoretto’ per finanziarlo

Il futuro del taglio Irpef: Cosa cambierà nel 2025 e oltre
Il governo, riporta Il Mattino, sta lavorando per confermare il taglio delle tasse e l’aumento degli stipendi anche per il 2025. Sarebbe politicamente e tecnicamente improponibile tornare indietro sulla riduzione dell’Irpef, un’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Per questo motivo, il governo sta pianificando e mettendo da parte i fondi necessari per garantire la continuità di questa misura. Un “salvadanaio” creato per finanziare la riforma fiscale ha accantonato già 3,5 miliardi di euro per il 2025 e circa 2,7 miliardi l’anno a partire dal 2026. Ciò emerge da un documento del Servizio Studi del Senato che esamina il decreto attuativo della riforma fiscale. Questa riforma riduce le aliquote dell’Irpef da quattro a tre, accorpando quella del 27% a quella inferiore e creando un maxi scaglione che tassa i redditi fino a 28 mila euro con un’aliquota del 23 per cento.
La misura in questione garantirà un beneficio massimo per i contribuenti di 260 euro all’anno, e si andrà ad aggiungere al taglio del cuneo contributivo del 7% per i redditi fino a 25.000 euro e del 6% per quelli fino a 35.000 euro. I benefici del taglio dell’Irpef si vedranno già nelle buste paga di gennaio. Tuttavia, la misura è stata finanziata solo per il prossimo anno, prelevando i 4,2 miliardi necessari dal Fondo per la riduzione della pressione fiscale.
I 3,5 miliardi del prossimo anno e quelli degli anni a seguire derivano principalmente dall’abolizione dell’ACE, ovvero l’aiuto per la crescita economica. Questi fondi sono finiti nel Fondo per l’attuazione della delega fiscale, nel quale confluiranno tutte le entrate che derivano dalla riforma fiscale man mano che saranno accertate.
Nonostante i fondi accantonati finora, secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, non sono sufficienti per garantire la continuità della misura. Tuttavia, si prevede che il prossimo anno arriveranno risorse generate da altri decreti attuativi, come ad esempio l’introduzione della Global minimum tax sulle multinazionali e il concordato biennale preventivo.
In conclusione, il governo è al lavoro per garantire la continuità del taglio dell’Irpef anche per gli anni a seguire, e sta pianificando le coperture necessarie per sostenere questa importante misura fiscale.
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