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Identità digitale, Spid addio? In arrivo la novità It Wallet: cosa cambiera per gli utenti

L’identità digitale a disposizione di gran parte della popolazione uno degli obiettivi fondamentali del Pnrr.
Il target fissato a 42,5 milioni di cittadini entro il 2025, ma – secondo alcune stime svolte dal Politecnico di Milano e riportati dal Sole 24 Ore – non sar cos semplice raggiungerlo: i due principali sistemi in vigore in Italia, Spid (Sistema pubblico di identit digitale) e Cie (Carta d’identit elettronica), sono stati attivati rispettivamente da 36,4 (pari al 73% della popolazione maggiorenne) e 39,3 milioni di cittadini ma il tasso di crescita, sia di utilizzo che di rilasci, dal 2022 al 2023 cresciuto a un ritmo piuttosto lento.
Lo scorso anno lo Spid stato usato circa un miliardo di volte (con una media di circa 25 volte l’anno per ciascun cittadino). Da gennaio a novembre 2023 il numero delle attivazioni ha superato del 9% quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno, quando invece l’aumento era stato del 23% sul 2021. La Cie ha registrato una diffusione maggiore: aumento del 23% rispetto ai rilasci di novembre 2022 e circa 4 milioni di utilizzi in 10 mesi. Ogni iniziativa per incrementare i servizi e l’utilit delle identit digitali, per, nel corso del 2023 stata messa in discussione o nei casi pi estremi interrotta a causa delle ipotesi avanzate dal governo e altri enti istituzionali su una possibile eliminazione dello Spid. Cos, non sono rimaste molte le imprese che intendono investire in un progetto che include uno strumento con “data di scadenza”.
Ma, quanto c’ di vero sulla fine dello Spid? Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha detto: Dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e a promuovere la carta d’identit elettronica come unica identit digitale, nazionale e gestita dallo Stato. Dal 2020 l’boettivo di Butti trasferire la gestione dell’identit digitale da societ private (che al momento sono, ad esempio, Aruba, InfoCert e altre) ad aziende pubbliche. Tra le papabili, infatti, stato fatto spesso il nome di Poste italiane, partecipata al 64% dal ministero dell’Economia e delle finanze. Per l’obiettivo che l’esecutivo sembra intenzionato a porsi, cio un’identit digitale di Stato, potrebbe aver senso fare in modo che i cittadini favoriscano la Cie.
Non si esclude, per, una convivenza di entrambi i sistemi all’interno del cosiddetto It Wallet, il progetto – che nascer dalla gi esistente App Io – su cui punta il governo Meloni sta puntando per allinearsi alle sperimentazioni avviate e ben consolidate da alcuni dei 27 Paesi europei di un portafoglio digitale che possa ben presto sostituire quello fisico. In quello italiano entreranno, almeno per la prima fase della realizzazione, la tessera sanitaria e quella di disabilit. Dopodich, attraverso entrambi i livelli di sicurezza previsti (2 e 3), sar possibile integrare con Spid, Cie fino alla patente di guida. Secondo quanto rivelato da fonti vicino all’esecutivo, entro la prima met del 2024 potrebbe essere gi disponibile un primo prototipo dell’It Wallet.
Tra i due sistemi ci sono alcune differenze, primo fra tutti il livello di sicurezza: lo Spid garantisce una soglia di sicurezza di primo e secondo livello e raramente del terzo; la Cie, invece, arriva al terzo livello (codice pin, puk e lettore apposito da collegare ai dispositivi), che quello richiesto dagli standard di sicurezza fissati dall’Europa per l’identit digitale europea (una sorta di wallet disponibile in forma di app per smartphone dove poter custodire tutti i documenti, motivo per cui – a differenza dello Spid, che gratuito – ha un costo di 16,79 euro) che dovrebbe concretizzarsi entro il 2025. Il primo lo possono attivare tutti i cittadini maggiorenni in possesso di un documento d’identit italiano e in corso di validit, mentre la seconda viene rilasciata anche ai soggetti con meno di 18 anni, fin dalla nascita. Entrambi gli strumenti possono essere utilizzati per firmare documenti elettronici, con validit legale, direttamente online.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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