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Ambasciatore israeliano denunciato per discorsi aberranti in tv

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Ambasciatore israeliano denunciato per discorsi aberranti in tv

Nel corso di una trasmissione televisiva del 25 ottobre dell’anno scorso, ospite del programma “Stasera Italia” su Rete 4, sono state pronunciate parole aberranti che hanno suscitato indignazione e richieste di giustizia. Aleksandra Matikj, Presidente del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”, ha presentato una denuncia presso la Procura di Genova, individuando reati quali propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, apologia di genocidio, crimine di genocidio, contro l’umanità e di guerra.

Le Accuse
La denuncia riguarda dichiarazioni gravemente discriminatorie pronunciate nel corso della trasmissione. L’ex ambasciatore israeliano Dror Eydar è stato citato per aver dichiarato: “Obiettivo distruggere Gaza. Chi minaccia un ebreo deve morire”. Matikj ha anche sottolineato che questa non è la prima volta che si impegna nella denuncia di dichiarazioni discriminatorie, richiamando un caso precedente contro l’ex consigliere regionale della Lega Nord in Liguria, Giovanni De Paoli, per affermazioni omofobe.

Richiesta di Applicazione della Legge Mancino
La denunciante ha chiesto esplicitamente di estendere l’applicazione della legge Mancino, che prevede l’aggravante per dichiarazioni razziste, anche alle dichiarazioni omofobe. Ha citato un precedente caso presentato dal suo comitato, evidenziando l’importanza di contrastare non solo la discriminazione razziale ma anche quella basata sull’orientamento sessuale.

L’Appello a Noemi Di Segni
Matikj si è rivolta direttamente a Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, appellandosi affinché cessi il fuoco a Gaza e metta fine alle manifestazioni di sdegno dei sionisti israeliani. Ha esortato Di Segni a comprendere il contesto storico e a proteggere la Comunità Ebraica in Israele, evidenziando le difficoltà di chi non si conforma al sionismo.

La Storia Personale di Matikj
Nella sua conclusione, Matikj ha condiviso la sua esperienza personale di lotta contro gli attacchi sionisti in Italia, sottolineando il prezzo personale che ha pagato per rifiutarsi di compromettersi sul posto di lavoro. Ha espresso la necessità di ottenere giustizia e ha invitato Noemi Di Segni a considerare anche la sua prospettiva, fornendo un’ulteriore dimensione alle questioni sollevate.

Conclusioni
La denuncia di Matikj si pone come un atto significativo nella lotta contro la discriminazione, invitando alla riflessione sulla responsabilità delle istituzioni nel contrastare sia la discriminazione razziale che quella basata sull’orientamento sessuale. La richiesta di applicare la legge Mancino in modo più esteso sottolinea l’importanza di una legislazione inclusiva. Resta da vedere come la Procura di Genova gestirà questa denuncia e quale impatto avrà sulla discussione pubblica riguardante il rispetto dei diritti e la lotta contro la discriminazione.

Fonte Aleksandra Matikj Presidentessa del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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