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Emergenza trasporti: Roma perde 244 autobus per il Giubileo a causa di rivalità aziendali

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Emergenza trasporti: Roma perde 244 autobus per il Giubileo a causa di rivalità aziendali

Una decisione del Tar del Lazio ha annullato la misura approvata per l’acquisto di 244 autobus a metano. Questi nuovi mezzi di trasporto pubblico erano destinati ad essere introdotti a Roma in vista dell’Anno Santo.

La nuova sentenza è stata emessa a seguito di un piccolo errore formale che potrebbe avere grossi impatti, specialmente in vista del Giubileo. Il valore del contratto per questi nuovi autobus era di circa 181 milioni di euro.

Il contratto era stato originariamente assegnato all’azienda Solaris Italia Srl, ma un ricorso è stato presentato da un concorrente, Romana Diesel Spa, un dealer di Iveco. Il problema si trova in una discrepanza nella presentazione dell’autobus di prova da parte di Solaris. L’autobus avrebbe dovuto avere le caratteristiche essenziali specificate nell’offerta tecnica ma invece, l’autobus inviato non aveva dettagli ritenuti fondamentali come il numero di porte. Infatti, l’autobus di prova aveva due porte al posto di tre, come richiesto. Secondo il Tar, questo dettaglio non poteva essere ignorato e pertanto Solaris Italia è stata esclusa dalla gara.

A seguito di questa decisione, la misura con cui Solaris Italia aveva vinto il contratto è stata annullata. Mentre si attende un verdetto sul ricorso, Roma dovrà fare a meno di questi nuovi 244 autobus a metano.

La gara in questione era stata bandita da Giubileo 2025 Spa, una società creata con l’obiettivo di gestire gli interventi necessari per l’ospitalità e le celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica previsto per il 2025. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è il Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo e questa società sta lavorando a supporto del suo ufficio.

Nel disciplinare di gara per l’acquisto di questi autobus, era specificato che il concorrente doveva fornire un autobus che avesse le stesse caratteristiche fondamentali di quello offerto nella proposta. In particolare, la richiesta riguardava il telaio, la carrozzeria e gli allestimenti interni. Ciò ha causato una certa confusione circa la possibilià di presentare un autobus con due porte doppie anzichè tre, questione a cui la responsabile acquisti e appalti della società Giubileo 2025 ha risposto positivamente.

La gara è stata infine una sfida tra Solaris e Iveco, rappresentata da Romana Diesel. Solaris, un’azienda polacca, ha presentato un prezzo competitivo che ha sconfitto quello offerto da Iveco. Tuttavia, questo era la prima volta che Solaris presentava un’offerta per autobus a gas a Roma.

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Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

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Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?

Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.

Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.

Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.

Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?

Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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