Attualità
Roma ultima in Europa per chilometri di metropolitana e tram: chi critica i cantieri?

Il 8 Marzo 2024 alle 9:24, Legambiente ha rilasciato il Report Pendolaria che mette in evidenza le condizioni drammatiche della mobilità a Roma. Da una parte, c’è un eccessivo numero di automobili di proprietà che contribuisce all’inquinamento e alla congestione del traffico. Dall’altra, il trasporto pubblico, specialmente tram e metropolitane, è molto indietro rispetto ad altre città europee.
Il report evidenzia che uno dei principali problemi è legato all’alto tasso di motorizzazione nelle aree metropolitane italiane, con un numero di auto di proprietà molto superiore rispetto ad altre città europee. A Roma, ad esempio, ci sono 640 automobili ogni mille abitanti, un numero molto elevato se confrontato con altre capitali come Madrid, Londra, Berlino e Parigi, dove la tendenza è in diminuzione.
Inoltre, il report critica il mancato potenziamento del sistema di trasporto pubblico a Roma, definendone la situazione “desolante”. Viene citato il caso della stazione Pigneto e della tramvia Tva, con polemiche assurde che ritardano il completamento di importanti infrastrutture.
Roma si classifica tra le peggiori città europee per dotazione di binari di metropolitana, con soli 1,43 chilometri ogni 100mila abitanti. Anche per quanto riguarda le tramvie, i dati sono poco incoraggianti: dal 2016 al 2023 sono stati realizzati solo 11 chilometri di tramvie e 14,2 di metropolitane in tutta Italia, con una media annua molto bassa rispetto agli standard europei. Legambiente sottolinea la necessità di accelerare con i progetti mancanti per migliorare la mobilità a Roma e colmare il divario con altre città europee.
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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