Attualità
“Aprite la porta o vi ammazzo” – Una minaccia che mette in pericolo.

Paura per due anziani barricati in casa
Due anziani coniugi sono stati costretti a barricarsi in casa, mentre il loro figlio li ha minacciati di morte impugnando un coltello. I carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato e il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento ai genitori.
Arresto del figlio maltrattante
Un uomo di cinquantatré anni è stato arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia. I genitori anziani hanno dovuto barricarsi in casa per sfuggire alle violenze del figlio. L’uomo era già sottoposto al divieto di avvicinamento perché gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia.
Intervento dei carabinieri e arresto
I genitori dell’uomo hanno chiesto l’intervento dei carabinieri, affermando di essere in pericolo a causa del comportamento violento del figlio. I militari lo hanno arrestato in flagranza di reato, dopo averlo visto armato di un coltello fuori dalla porta di casa. I genitori erano barricati all’interno, terrorizzati.
Maltrattamenti e minacce frequenti
I genitori anziani hanno riferito che non era la prima volta che subivano maltrattamenti e minacce da parte del figlio. I militari hanno arrestato l’uomo e il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento ai genitori, per garantire la loro sicurezza.
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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