Attualità
Uomo di 45 anni ferito alla gamba vicino casa, indagini in corso da parte dei carabinieri

L’Attacco a Monte Migliore
Un uomo di 45 anni è stato ferito in un attacco armato nella zona di Monte Migliore, a sud di Roma. L’incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte, e la vittima è ricorsa al pronto soccorso con una ferita d’arma da fuoco.
Foto di repertorio.
Dettagli dell’Incidente
Dopo gli spari, l’autore dell’attacco è fuggito. La vittima, un uomo di 45 anni residente a Roma, è stata ferita alla gamba da un colpo di pistola. Pochi minuti dopo l’attacco, l’uomo è arrivato al pronto soccorso della clinica Sant’Anna di Pomezia accompagnato dal fratello, con una ferita da arma da fuoco alla gamba.
Indagini in Corso
La vittima non è in pericolo di vita, ma è stata trasferita all’ospedale Sant’Eugenio di Roma per le cure. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Pomezia, che stanno indagando sull’accaduto. Nonostante l’uomo non si sia mostrato molto cooperativo, le informazioni preliminari indicano che l’attacco è avvenuto a Monte Migliore, nel IX municipio Eur e confine con il comune di Pomezia, non molto lontano dalla sua casa.
Antecedenti Criminali e Indagini
La vittima, un uomo di 45 anni, aveva già precedenti penali per reati come furti e rapine. La procura della Repubblica è stata informata dell’incidente e gli investigatori stanno esaminando tutte le possibili ipotesi per determinare chiaramente la dinamica dell’evento e identificare i responsabili.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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