Attualità
Botte da orbi fuori al Piper: cinque giovani feriti e ubriachi

Interventi delle forze dell’ordine nella zona di Ponte Milvio e ai Parioli nei luoghi della movida. Chiuso anche un bar a Ponte Milvio.
Intervento dei carabinieri nelle prime ore della giornata per un episodio di movida che si trasforma in violenza. Sono le 3.00 del mattino di oggi, domenica 3 novembre, quando diverse pattuglie dei Carabinieri sono intervenute in via Tagliamento ai Parioli nei pressi della storica discoteca Piper. I militari della Compagnia Parioli e del Nucleo Radiomobile arrivati sul posto a seguito di una segnalazione arrivata al 112. La telefonata parlava di una rissa, e i carabinieri hanno intercettato due giovani di nazionalità norvegese in evidente stato di alterazione e che riportavano delle escoriazioni. Da quanto ricostruito i due diciannovenni, molto ubriachi e che sono stati portati in ospedale, erano stati coinvolti poco prima in una rissa all’esterno del locale.
Una volta sul posto i carabinieri hanno dovuto sedare un’altra rissa tra giovani che uscivano dalla discoteca, e aiutato altri tre ragazzi ubriachi. Le posizioni di tutti i giovani soccorsi e identificati sono al vaglio delle forze dell’ordine, che stanno ricostruendo cosa sia accaduto nei momenti precedenti al loro intervento.
Movida: controlli a Roma Nord, chiuso un bar a Ponte Milvio
Serata di controlli anche nella zona di Ponte Milvio e nelle zone della movida a Roma Nord, dove i carabinieri hanno chiuso per sette giorni su ordine del questore lo storico Bar Luciano di via Flaminia. Il provvedimento è arrivato perché è…
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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