Attualità
Don Coluccia a Quarticciolo apre la parata di Fratelli d’Italia, preparando il terreno agli sgomberi

Nuovo blitz show di Don Antonio Coluccia a Quarticciolo, questa volta accompagnato dallo stato maggiore di Fratelli d’Italia del territorio e dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Una mossa che da quanto apprende Fanpage.it prepara alcuni sgomberi in programma la prossima settimana.
Giovedì Fratelli d’Italia si è presentata in pompa magna per le strade del Quarticciolo. Ad aprire il codazzo di politici di varia caratura, ovviamente, Don Antonio Coluccia. Dietro il presidente del VI Municipio Nicola Franco, il commissario dell’Ater Orazio Campo e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Con loro gli esponenti locali di Fratelli d’Italia, scortati da un imponente schieramento di forse dell’ordine.
L’ennesimo blitz del prete, testimonial della legalità sponsorizzata dal centrodestra, questa volta è stato accolto da una contestazione a favore di telecamere. Come già abbiamo raccontato in questo articolo, la pratica antimafia di Don Coluccia, molto aggressiva nei confronti del territorio, pone diversi dubbi sulla sua efficacia e sui suoi veri obiettivi.
Come già accaduto in epoca Raggi, la comparsata del prete con codazzo istituzionale (solo di una parte politica, non invitati il comune e il municipio), servirebbe a intestarsi per Coluccia e per Fratelli d’Italia gli sgomberi di alcuni alloggi popolari che si stanno preparando per la prossima settimana. Una visita a orologeria insomma.
Il sindaco Roberto Gualtieri dice che a Roma servono…
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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