Attualità
Omicidio Willy Monteiro, fissato nuovo processo per i fratelli Bianchi: rischiano l’ergastolo

L’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro
6 Novembre 2024
17:52
Il 16 gennaio 2025 si torna in aula per la nuova udienza del processo che vede Marco e Gabriele Bianchi imputati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
Fissata la nuova data per il processo di appello bis che vede imputati i fratelli Marco e Gabriele Bianchi per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro il 6 settembre 2020. Si torna in aula il 16 gennaio 2025, a cinque anni da uno dei delitti che ha sconvolto l’opinione pubblica. Questa volta i giudici dovranno o accogliere la richiesta della Procura generale, che chiede l’ergastolo, oppure meglio motivare la sentenza nella parte che concede le attenuanti generiche.
In primo grado i fratelli erano stati condannati all’ergastolo, ma i giudici della seconda Corte hanno ridotto la pena a 24 anni. Arrivato il processo in Cassazione, gli ermellini hanno dato disposizione di procedere a un nuovo appello bis limitatamente alla concessione delle attenuanti generiche. Confermate invece le pene per Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, condannati rispettivamente a 21 e 23 anni di carcere. Tutti i responsabili dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte si trovano in carcere.
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Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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