Attualità
Paura a scuola: studentessa sale sul cornicione, professore interviene e la salva

Paura in una scuola del Frusinate dove una studentessa è salita sul cornicione dell’edificio minacciando di buttarsi: a salvarla un professore accorso dopo aver sentito le urla dei passanti.
Immagine di repertorio (Getty Images)
Paura in una scuola del Frusinate nella mattinata di oggi, lunedì 4 novembre, dove prima del suono della campanella, una ragazza di 16 anni è sali sul cornicione di un edificio. È successo prima dell’inizio delle lezioni, la studente è salita su un edificio che si trova a poca distanza dalla scuola. A notarla alcuni passanti che hanno subito iniziato ad urlare e a chiedere aiuto.
Ragazza di 16 anni sul cornicione dell’edificio: cosa è successo
Non appena l’hanno vista, seduta sul cornicione dell’edificio con le gambe a penzoloni, i passanti hanno subito fatto scattare l’allarme. Si sono messi ad urlare in direzione della giovane. A quel punto è intercettata da uno dei professori della sua scuola, che ha si è avvicinato e ha guardato verso l’alto: seduta sul cornicione, ha riconosciuto una delle alunne della sua scuola. Così ha deciso di intervenire immediatamente.
Professore salva l’alunna 16enne: si trovava in bilico sul cornicione di un edificio vicino a scuola
Senza pensarci due volte, il professore ha deciso di intervenire. Ha raggiunto la studentessa in cima al palazzo, l’ha presa alle spalle e l’ha tirata su facendola rientrare. Poi l’ha portata in un’area sicura. Nel frattempo, erano stati allertati i soccorsi: in breve tempo sotto all’edificio, a pochi passi dalla scuola, sono…
Attualità
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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