Attualità
Ragazzina di 12 anni accoltella un compagno di classe. La soluzione di Valditara: “Vietare i social”

Dopo che una ragazzina di 12 anni ha accoltellato un compagno di classe in una scuola media di Marino, è intervenuto il ministro dell’Istruzione Valditara: “Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani”.
Più potere ai docenti e social vietati al di sotto dei quindici anni: questa la soluzione del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara all’ennesimo episodio di violenza che vede coinvolti ragazzi giovanissimi. Le parole del ministro sono arrivate dopo che questa mattina una 12enne ha accoltellato un compagno di classe in una scuola media di Marino. Il motivo? Sembra perché la vittima abbia detto ai professori che la coetanea aveva copiato dei compiti. E così, una banale discussione tra ragazzini, si è trasformata in un’aggressione con un coltello preso dalla cucina dei genitori.
“Questa mattina una ragazzina di dodici anni ha portato a scuola un coltello e ha ferito un proprio compagno. Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani”, le parole di Valditara. “Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta. Quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi. Dobbiamo vietare l’utilizzo dei social ai minori di 15 anni. Vogliamo proteggere i nostri giovani”.
L’aggressione è avvenuta oggi all’ingresso di una scuola media di Marino. Una 12enne ha colpito il compagno di classe con un coltello portato da casa, ferendolo fortunatamente solo in modo superficiale. Dopodiché è fuggita, percorrendo solo pochi metri…
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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