Attualità
Si schianta con la moto il giorno del compleanno della figlia: Antonio Mattioli muore a 39 anni

Si chiamava Antonio Mattioli l’uomo di 39 anni morto ieri in un incidente stradale a Supino. Mattioli, padre di tre figli, è uscito fuori strada con la sua moto.
Si chiamava Antonio Mattioli l’uomo morto ieri in seguito a un tragico incidente stradale avvenuto in via la Quercia, a Supino, in provincia di Frosinone. Per il 39enne, purtroppo, non c’è stato nulla da fare: nonostante l’immediato intervento del 118 è deceduto praticamente sul colpo a causa del violento impatto con l’asfalto, che gli ha causato ferite letali. Gli operatori sanitari non hanno potuto fare altro che accertarne il decesso. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della locale stazione, l’incidente che ha causato la morte di Mattioli non ha visto il coinvolgimento di altre vetture.
Operaio in un’azienda di Colleferro, lascia una moglie e tre figli piccoli: a rendere ancora più tragico il suo decesso, come riportato da Il Messaggero, il fatto che sia avvenuto nel giorno del compleanno di una delle figlie. Sembra che il 39enne, che aveva una grande passione per le moto, abbia deciso di uscire a fare un giro. Quella che però doveva essere una semplice uscita, si è tramutata in un evento terribile per Mattioli e tutta la sua famiglia.
Antonio Mattioli era molto conosciuto nel paese dove viveva. Tutti lo ricordano come una persona gentile, disponibile e alla mano, innamorato della propria famiglia.
Tragedia nel Frusinate, perde il controllo del motorino e si schianta: morto un 39enne
…
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
-
Ultime Notizie Roma8 ore fa
Piazza di Spagna. Macchina sulla scalinata fra lo stupore dei turisti
-
Attualità2 giorni fa
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza
-
Attualità4 giorni fa
Toystellers Forever Young: i giocattoli crescono con noi e diventano opere d’arte
-
Roma e dintorni4 giorni fa
Mamma e neonata trovate morte a Roma sono americane? Forse una svolta nel caso