Attualità
Traffico da incubo sulla Colombo dopo la chiusura della via del Mare, pendolari infuriati

Traffico da incubo sulla Cristoforo Colombo per le modifiche alla viabilità sull’Ostiense-via del Mare a causa di un ponte pericolante. Pendolari infuriati: “Un’ora per fare pochi chilometri”.
Code da incubo sulla via Cristoforo Colombo per le modifiche alla viabilità sull’Ostiense-via del Mare a causa di un ponte pericolante. Il traffico già solitamente congestionato tutti i giorni nelle ore di punta sta diventando davvero insostenibile per molti pendolari che tutte le mattine si spostano dal litorale al centro di Roma con la propria automobile.
Nella mattinata del 4 novembre, ha informato il Comune di Roma, è stato riaperto l’accesso alla via del Mare, direzione Roma, da Acilia. La strada è dunque percorribile accedendo dal varco di Ostia Antica e dallo svincolo di Acilia. Ma i disagi ancora non sono stati risolti. E a preoccupare ancora di più gli automobilisti è che non c’è ancora una data per il termine dei lavori di ripristino del ponte pericolante.
Un utente ha chiesto informazioni al canale social di Roma Capitale e questa è stata la risposta: “Non siamo in grado di darle una data precisa per la riapertura perché non sono lavori programmati e la chiusura del ponte è stata necessaria per motivi di sicurezza”.
Traffico e lunghe code su via Colombo e via Ostiense: lunedì mattina da incubo per i pendolari
C’è chi suggerisce di “utilizzare la Metro Mare almeno per chi deve raggiungere l’Eur. L’unico modo per sopravvivere è…
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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