Attualità
Vandalizzato l’ex Pit di Santa Maria Maggiore per il rilascio delle carte d’identità elettroniche

Stop al rilascio delle carte d’identità elettroniche all’ex Pit di Santa Maria Maggiore. Ignoti l’hanno vandalizzato nella notte portando via le due postazioni e rendendolo temporaneamente inutilizzabile.
L’ex Pit di Santa Maria della Maggiore vandalizzato
Atto vandalico all’ex Punto Informativo Turistico di Santa Maria Maggiore a Roma, dove ignoti hanno rotto il vetro, danneggiato al struttura al suo interno e rubato le due postazioni di lavoro di proprietà del Minitero dell’Interno, per il rilascio e il rinnovo delle carte d’identità elettroniche.
L’episodio è avvenuto nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 novembre. La struttura presa di mira è appunto l’ex Pit, unp dei punti informativi utilizzati abitualmente utilizzati nel corso dei fine settimana per il rilascio delle carte d’identità elettroniche.
L’atto vandalico lo ha reso purtroppo inutilizzabile per i gravi danni provocati. A rendere noto l’accaduto per informare i cittadini è stato l’assessore al Personale, Servizi anagrafici ed elettorali, Attuazione del programma di mandato, Comunicazione istituzionale e Decentramento amministrativo Giulio Bugarini.
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Indagini in corso per risalire ai responsabili
“Quello che è avvenuto stanotte all’ex Pit di Santa Maria Maggiore è un atto grave e criminoso – scrive nella nota l’assessore Bugarini – che arreca danno alla città e di…
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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