Attualità
L’inchiesta sul Mondo di Mezzo che ha trasformato Roma per sempre, 10 anni dopo Mafia Capitale

Dieci anni dalla scoperta di “Mafia Capitale”: il sistema criminale non era mafia
Dieci anni fa, un’importante inchiesta sconvolgeva Roma, rivelando un intricato sistema criminale al confine tra politica e imprenditoria. Tuttavia, secondo i giudici d’appello e la Cassazione, il cosiddetto ‘Mondo di mezzo’, orchestrato da Buzzi e Carminati, non era mafioso ma piuttosto un’associazione a delinquere.
La rivelazione dell’inchiesta
Era il 2 dicembre 2014 quando una massiccia operazione delle forze dell’ordine portava alla luce un’organizzazione criminale radicata nell’amministrazione pubblica romana. All’epoca, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, aveva definito il caso “Mafia Capitale”. Tuttavia, sei anni dopo, nel 2020, i giudici della Corte di Cassazione escludevano l’accusa di associazione mafiosa, affermando l’assenza di una “cupola” a Roma, ma evidenziando numerose associazioni a delinquere.
Inchieste e arresti di Mafia Capitale
La maxi-inchiesta ha coinvolto numerosi personaggi di spicco della politica locale, imprenditori e amministratori pubblici, con trentasette arresti e perquisizioni negli uffici di importanti figure, tra cui l’ex sindaco Gianni Alemanno. Le accuse spaziavano dalla corruzione al finanziamento illecito. Personaggi noti come Luca Gramazio e Mirko Coratti sono stati interessati dall’inchiesta, con accuse che andavano oltre al semplice reato mafioso.
Il ‘Mondo di Mezzo’
Massimo Carminati e Salvatore Buzzi erano al centro dell’operazione “Mondo di Mezzo”. Carminati, un ex terrorista con connessioni nella criminalità romana, e Buzzi, presidente di una cooperativa sociale, avrebbero gestito un sistema fondato su corruzione e intimidazione. Un’intercettazione chiave li vede dichiarare che “con i migranti si fanno più soldi che con la droga”, frase divenuta simbolo dell’indagine.
La definizione di mafia originale
Giuseppe Pignatone, allora procuratore capo, aveva descritto Mafia Capitale come una mafia “originaria e originale”, differentemente da altre organizzazioni criminali italiane. Il metodo mafioso, secondo Pignatone, risiedeva nella capacità di creare intimidazione e omertà, elementi che non vennero accolti dalla Corte d’Appello né dalla Cassazione.
Corte d’Appello e verdetto finale
Nel 2018, la Corte d’Appello di Roma aveva ridotto le accuse di associazione mafiosa, riconoscendo un sistema criminale complesso ma privo dei tipici tratti mafiosi. Le pene erano state diminuite, mantenendo comunque il riconoscimento di un sistema di corruzione pervasivo. Nel 2020, la Corte di Cassazione ha confermato questa tesi, escludendo l’associazione mafiosa e riducendo ulteriormente le pene per Carminati e Buzzi.
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L’ottico al servizio del Vaticano dal 2012 e il suo legame particolare con Papa Francesco

Scopri il misterioso legame tra un ottico e il Vaticano che ha tutti i fedeli incuriositi! #PapaFrancesco
In un angolo nascosto di Roma, un ottico ha intrecciato un rapporto unico con il Vaticano fin dal 2012, catturando l’attenzione di chi si chiede cosa nasconda questa connessione speciale con Papa Francesco. Immaginate un professionista degli occhiali che entra nel cuore della Città del Vaticano, servendo non solo clienti comuni, ma forse persino il pontefice in persona – un segreto che potrebbe rivelare storie affascinanti di fede e quotidianità.
Un legame inaspettato
Da anni, questo ottico è diventato una figura discreta ma essenziale per il Vaticano, fornendo servizi che vanno oltre il semplice riparare montature. Con Papa Francesco al timone, il loro rapporto si è evoluto in qualcosa di più profondo, alimentando speculazioni su conversazioni private e aneddoti che potrebbero stupire i devoti e i curiosi.Dietro le quinte del Vaticano
Fonti vicine all’ambiente ecclesiastico suggeriscono che questo professionista non è solo un fornitore, ma un confidente inaspettato, testimone di momenti intimi che mescolano spiritualità e vita quotidiana. Che si tratti di un semplice paio di occhiali o di qualcosa di più simbolico, la curiosità intorno a questa storia continua a crescere, invitando tutti a esplorare i retroscena di una Roma spesso celata agli occhi del pubblico.
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Papa Francesco snobba il Vaticano: sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore

PapaFrancescoFaScandalizzare: Il Santo Padre snobba il Vaticano per una sepoltura inaspettata nella Basilica di Santa Maria Maggiore!
In un colpo di scena che sta facendo discutere il mondo cattolico, Papa Francesco ha deciso di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, bypassando il tradizionale riposo in Vaticano. Chiamatelo un “ribelle in tonaca”, ma questa mossa sembra un affronto alle abitudini secolari, lasciando i fedelissimi a chiedersi se il Papa stia mandando un messaggio criptico o solo un po’ di caos tra i cardinali. L’immagine che accompagna questa notizia, scattata di recente, cattura l’essenza di questa basilica iconica che ora diventerà il nuovo punto focale.
La scelta che fa chiacchierare
Questa decisione, annunciata senza troppi giri di parole, ha già scatenato un’onda di reazioni sui social, con alcuni che la definiscono una “riforma papale con stile”. Non è tutti i giorni che un leader religioso opta per un’alternativa così “terra terra”, ignorando le tombe dorate del Vaticano. Immaginate i turisti che si affollano per un selfie con la sua lapide – potrebbe diventare il nuovo spot virale.Reazioni e polemiche in arrivo
Fonti vicine al Vaticano parlano di “sorpresa mista a confusione”, con qualche sussurro di dissenso tra i conservatori. E mentre i dettagli esatti rimangono avvolti nel mistero, questa notizia è destinata a dominare i titoli, attirando l’attenzione di chi ama un po’ di dramma ecclesiastico. Stay tuned per gli aggiornamenti.
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