Cronaca
Quattro donne uccise durante una riunione di condominio.

Nella giornata di oggi, la Procura di Roma ha avanzato la richiesta di ergastolo per Claudio Campiti, con un isolamento diurno di due anni e sei mesi. Campiti è accusato dell’omicidio di quattro donne avvenuto durante una riunione di condominio nel quartiere Fidene, periferia nord-est della capitale, nel dicembre 2022. L’accusato è attualmente recluso nel carcere di Regina Coeli e le accuse comprendono omicidio aggravato, tentato omicidio, lesioni personali e porto abusivo di arma da fuoco.
Dettagli dell’accaduto
Durante la requisitoria, i pubblici ministeri Giovanni Musarò e Alessandro Lia hanno ricostruito i tragici eventi di quella domenica. Secondo la loro ricostruzione, Campiti avrebbe agito con premeditazione, entrando nel gazebo con l’intento di uccidere. “Campiti entra e nell’arco di cinque secondi uccide quattro persone”, hanno spiegato i pm. Nonostante un problema di caricamento, l’imputato è riuscito a ripristinare l’arma e continuare a sparare.
Misure di sicurezza del poligono
Gli eventi hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza del poligono di tiro. La Procura ha sollecitato condanne per altre due persone legate al poligono: quattro anni e un mese per l’allora presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e due anni per un dipendente dell’armeria. Entrambi sono accusati di reati omissivi. La mancanza di controllo al poligono ha portato, secondo i pm, al verificarsi di una situazione simile a un “far west”, in cui non erano in atto precauzioni sufficienti per prevenire tragedie simili. Gli accusati avrebbero approfittato di un regolamento interno che per tre decenni avrebbe permesso tali falle di sicurezza.
Cronaca
Suor Genevieve, l’amica del Papa che bazzica tra giostrai e gay: “Ci pagava le bollette”

IncredibileViaggioDiFede: Una suora di 83 anni cammina per chilometri con uno zaino, vivendo in roulotte da 50 anni tra comunità LGBTQ+ e giostrai – scopri la sua storia straordinaria! 🏞️🙏
La Vita Straordinaria di una Religiosa Itinerante
Immaginate una donna di 83 anni che ha scelto di vivere in una semplice roulotte per oltre mezzo secolo, immersa nelle comunità LGBTQ+ e tra i giostrai del litorale romano. Questa “piccola sorella di Gesù” ha dedicato la sua esistenza a un cammino di solidarietà e vicinanza, attirando l’attenzione per il suo stile di vita unico e ispiratore. Non è solo una storia di fede, ma un’avventura che sfida le convenzioni e risveglia la curiosità su come si possa trovare pace in un’esistenza nomade.
Il Viaggio Inatteso verso San Pietro
Con uno zaino in spalla, questa instancabile religiosa ha affrontato un percorso da Ostia fino a San Pietro, motivata dal desiderio di stare vicina al Papa Francesco. Che cosa l’ha spinta a intraprendere un simile cammino a un’età così avanzata? È un gesto che evoca meraviglia e domande: è forse un simbolo di devozione pura o un richiamo a valori dimenticati? La sua presenza tra le folle vaticane ha già catturato l’immaginazione di molti, lasciando tutti a chiedersi quali segreti nasconda una vita così dedicata.
Cronaca
Le mie corrispondenze con il Papa per sostenere gli “scartati”

PapaFrancesco e il prete rivoluzionario: una storia di fede, inclusione e miracoli inaspettati che ti lascerà a bocca aperta! #Solidarietà #LGBTQ #Misericordia
MANI TESE
Immagina di uscire da una chiesa al mattino e trovarti di fronte a una fila infinita di 300 persone, tutte in silenzio, con le mani tese in un grido silenzioso di fame e disperazione. È successo a don Andrea Conocchia durante i primi giorni del lockdown in Italia, quando la pandemia aveva congelato tutto. In quel momento, il mondo di questo prete è cambiato per sempre. A Torvaianica, a pochi passi da Roma, ha iniziato a distribuire cibo e aiuto a centinaia di persone di ogni nazionalità, orientamento e background, trasformando la sua parrocchia in un rifugio per chi era stato dimenticato. Tra loro, storie strazianti di transgender argentine che hanno trovato in don Andrea non solo un pasto, ma una vera speranza. Come ha fatto un semplice prete a innescare una catena di eventi che ha coinvolto addirittura il Papa?
GLI INCONTRI
E se ti dicessimo che don Andrea è riuscito a far incontrare il Pontefice con persone emarginate, creando momenti che sembrano usciti da un film? Attraverso l’aiuto di suor Genevieve Jeanningros, amica fidata di Papa Francesco, ha organizzato udienze del mercoledì dove transgender, omosessuali e altri “scartati” hanno condiviso le loro storie con il leader della Chiesa. Immagina la scena: un ragazzo gay che confessa al Papa di essere stato rifiutato, e Francesco che risponde con un gesto di misericordia assoluta. O due uomini sposati civilmente che ricevono parole di incoraggiamento direttamente dal Pontefice. Don Andrea, commosso da questi incontri, ha continuato la sua missione, creando persino uno sportello d’ascolto per offrire supporto psicologico e sanitario. Sarà questa la rivoluzione che tutti aspettavamo? Una fede che abbraccia davvero tutti, senza eccezioni?
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