Cronaca
Centocelle e Roma 7 si uniscono contro la violenza sulle donne

La Polisportiva Roma 7 di via Castore Durante, sede del Liceo Scientifico Francesco D’Assisi a Centocelle, avvia una campagna contro la violenza sulle donne. La squadra esporrà una rete personalizzata con il messaggio “No alla violenza sulle donne” durante le prossime partite di campionato, grazie a un’iniziativa del Comitato Regionale FIPAV Lazio e Todis, in occasione della festa “mondiale” delle donne.
Un messaggio visibile
Questo progetto fa parte di una campagna di sensibilizzazione in corso per la stagione 2024-2025, mirata a diffondere un messaggio chiaro e indelebile attraverso il mondo dello sport e della scuola. La rete sarà ben visibile agli atleti e al pubblico, rafforzando l’importanza della tematica. Durante l’evento all’IIS Giorgi Woolf, oltre 150 persone hanno partecipato, dimostrando una forte condivisione del messaggio contro la violenza di genere.La voce dei dirigenti
Fabio Camilli, Presidente del Comitato Regionale FIPAV Lazio, ha dichiarato: «È un segnale importante che diamo, a conferma di quello che stiamo facendo in questi anni e che vogliamo reiterare». Ha sottolineato che il rispetto è fondamentale sia nello sport che nella vita. Giulio Morelli, coach della Polisportiva Roma 7, ha aggiunto: «Noi puntiamo tanto su entrambi i settori e questi eventi fanno bene a tutti i ragazzi e le ragazze, che possono condividere un messaggio importante, veicolato dallo sport».
La rete contro la violenza sulle donne sarà un simbolo significativo in ogni partita della Polisportiva Roma 7 e delle scuole coinvolte, creando un ambiente sicuro e valoriale per tutti i partecipanti.
Cronaca
Jovanotti a Roma applaude il Papa: un prete dalla periferia del mondo

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La Serata Piena di Sorprese
Immagina una notte romana illuminata da fiori colorati e visual spettacolari, con una scaletta di classici che ha fatto cantare e ballare il pubblico per ore. Questa è stata solo la prima delle dodici date previste, e già si parla di un’atmosfera elettrica che ha conquistato tutti. Ma cosa ha reso questa serata così indimenticabile? Gli indizi sono nei dettagli che hanno trasformato un concerto in un vero e proprio spettacolo da non perdere.
Il Duetto Che Nessuno Si Aspettava
E poi, il colpo di scena: un fuoriprogramma che ha fatto impazzire i fan! L’artista ha condiviso il palco con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per un duetto su “Se lo senti lo sai”, un momento di pura emozione che ha creato scintille inaspettate. Chissà quali altre sorprese ci riserveranno le date successive? Non vorrai perdertelo!
Cronaca
La vendetta che non posso ignorare

Rivelazioni choc in aula: i messaggi WhatsApp che svelano l’oscura ossessione di un omicidio! #OmicidioPetrangeli #DelittoRivelato
I messaggi
Immaginate di scoprire messaggi che anticipano un tragico destino: Gianluca Molinaro, accusato dell’omicidio di Manuela Petrangeli, inviava audio WhatsApp carichi di rabbia e minacce. Frasi come “Mi sta portando all’estremo” e “maledetta, gliela devo fare pagare” emergono dalle indagini, lasciando tutti a chiedersi cosa si nascondeva dietro quelle parole. Dagli esami del suo telefono, si scopre anche un’accusa di manipolazione verso l’ex compagna, con lei che ribatteva: “Mi stai portando all’esasperazione”. Sarà vero? Questi dettagli stanno accendendo la curiosità sul processo in corso.
L’omicidio
E se un delitto fosse stato pianificato sotto gli occhi di tutti? Molinaro è imputato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking e detenzione abusiva di un fucile a canne mozze. Gli inquirenti hanno rintracciato SMS scambiati con un amico, dove si leggeva “oggi forse prendo due piccioni con una fava” prima del fatto, e dopo l’uccisione della 51enne fisioterapista: “gli ho sparato du botti”. Non potete non domandarmi: cosa ha spinto un uomo a compiere un gesto così estremo, per poi costituirsi in caserma con l’arma in mano?Le testimonianze
Cosa accade quando le testimonianze in aula rivelano dettagli agghiaccianti? I carabinieri hanno descritto la scena del crimine, con il corpo di Manuela vicino alla sua auto, mentre i colleghi tentavano disperatamente di rianimarla. Altri militari hanno raccontato la confessione di Molinaro in caserma, dove, al telefono con la madre, ha ammesso: “sono in caserma, quello che ho detto ho fatto”. Le indagini sui dispositivi sequestrati hanno confermato un pattern di stalking e premeditazione, come sottolineato dai legali della famiglia. Queste storie fanno sorgere una domanda: quanto profondo era il risentimento che ha condotto a questo dramma?
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