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Cronaca

UniMarconi collabora alla Mostra “L’Arte dei Papi. Dal Perugino al Barocci” per il Giubileo 2025

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UniMarconi collabora alla Mostra “L’Arte dei Papi. Dal Perugino al Barocci” per il Giubileo 2025

L’Università degli Studi Guglielmo Marconi sarà partner della Mostra “L’Arte dei Papi. Dal Perugino al Barocci”, evento istituzionale del Giubileo 2025, organizzato dal Centro Europeo Turismo Cultura e Spettacolo (CET) e dal Ministero della Cultura.

La mostra nel dettaglio

L’esposizione, che si svolgerà dal 5 marzo al 31 agosto 2025 presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, offrirà un percorso tematico sul rapporto tra i Pontefici e l’arte sacra, presentando opere di grandi maestri della pittura italiana. L’Ateneo contribuirà con il Restauro conservativo di alcune opere dalla Galleria Nazionale delle Marche e un approfondimento accademico per il catalogo ufficiale della Mostra, a cura dei docenti dell’Università. Questo impegno riflette la missione dell’Università di formare professionisti qualificati nei settori della conservazione, del restauro e della gestione dei beni storico-artistici.

“Partecipare a un evento di questa rilevanza significa mettere a disposizione della collettività il sapere e le competenze della nostra Università,” ha affermato Alessio Acomanni, Presidente dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi. “Attraverso questa collaborazione, confermiamo il ruolo attivo dell’università nella valorizzazione del patrimonio culturale e nella trasmissione della conoscenza.” La Mostra presenterà opere di artisti come Perugino, Annibale Carracci, Pietro da Cortona, Sassoferrato e Federico Barocci, evidenziando il ruolo della Chiesa nella promozione dell’arte e della cultura.

Recupero e valorizzazione delle opere

Uno degli aspetti più significativi della mostra sarà la valorizzazione di opere raramente esposte, provenienti da istituzioni come Palazzo Barberini, Galleria Corsini, Galleria Nazionale dell’Umbria, Accademia di San Luca e Galleria Sabauda di Torino. Questa operazione di recupero fa parte di una strategia di tutela e divulgazione, promossa dal Ministero della Cultura, mirata a restituire al pubblico capolavori di straordinario valore storico e artistico.

Cronaca

Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

SerpenteIntrusoARoma: Immagina una band in piena jam session quando un rettile misterioso irrompe nella stanza, creando un caos inaspettato!

L’intrusione inaspettata

Nel quartiere romano di Tor Cervara, una band locale si è ritrovata faccia a faccia con un ospite decisamente insolito durante le prove musicali. Quello che sembrava un’innocua lucertola si è rivelato essere un serpente, nascosto tra i pannelli fonoassorbenti della sala di registrazione. I musicisti di “La Scelta” hanno vissuto momenti di vera suspense, scoprendo che l’intruso era un biacco, un ofide non velenoso ma pur sempre una sorpresa elettrizzante.

I fatti dell’incidente

Mercoledì 30 aprile, il quintetto romano – attivo dal 2003 – ha dovuto interrompere le sessioni quando il serpente è apparso all’improvviso. L’esperto intervenuto ha descritto la cattura come una vera caccia al tesoro: dopo ricerche estenuanti, ha estratto un giovane biacco di circa un metro da un tubo metallico di un dispositivo elettronico. Il rettile è stato poi rilasciato in sicurezza al Rifugio del Lupo, lasciando i musicisti a chiedersi come fosse entrato.

Un precedente simile

Non è la prima volta che Roma si trasforma in un set da film con serpenti protagonisti. Lo scorso 15 aprile, in una villetta sulla Bufalotta, un’altra avvistamento ha scatenato il panico: un serpente, scambiato inizialmente per una vipera, è stato inseguito dal cane dei proprietari. Si trattava in realtà di una innocua Natrice del collare, una biscia d’acqua, ma l’episodio ha dimostrato quanto questi incontri possano essere imprevedibili e affascinanti. Chissà quanti altri segreti striscianti nascondono le strade della Capitale?

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

TragediaNelCielo La misteriosa scomparsa di Rinaldo Vuerich, il leggendario pilota di parapendio che ha incantato l’Italia, ti lascia senza fiato! #Parapendio #AvventuraExtrema

Chi era Rinaldo Vuerich

Rinaldo Vuerich, un’icona del volo libero, aveva 55 anni e alle spalle ben 30 anni di esperienza nei cieli. Considerato uno dei migliori piloti di parapendio in tutta Italia, era originario di Fiumicello e aveva ottenuto il brevetto nel 1994. Di giorno, lavorava nella falegnameria di famiglia a Roma, ma il suo vero amore era il cielo, che lo ha reso celebre tra appassionati e amici.

L’incidente che ha scioccato tutti

Mercoledì 30 aprile, durante un’escursione sul monte Toc nel Bellunese, qualcosa è andato storto. Rinaldo è precipitato da un’altezza di 1.480 metri, urtando prima contro una roccia e poi finendo a valle. Un compagno di volo ha lanciato l’allarme, ma quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era più nulla da fare. La sua salma è stata trasportata in obitorio per gli accertamenti necessari.

I toccanti ricordi degli amici

Sui social, amici e ammiratori hanno condiviso storie commoventi che rivelano il carisma di Rinaldo. Giuseppe lo ha ricordato con parole emozionanti: “Eccoci in una delle nostre meravigliose avventure. Ora però, sei salito davvero troppo in alto amico mio. Tienici sempre d’occhio e veglia su di noi. Per puro caso, proprio oggi ho rifatto la stessa foto, ma senza più te”. Giorgio ha aggiunto: “Ricordo che, partiti da Serrone, avevo cercato di stargli dietro fino a Sora. Mi diceva ‘te con la vela blu, che stai a gira’ lassù, segui me’. Era quel tipo di energia che ispirava tutti, sia nei voli brevi che in quelli epici sopra i 100 chilometri”.

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